MERCATO. MUSACCI, L’UOMO DELLA PIOGGIA
TRENTENNE TOSCANO, HA UN PALMARES INVIDIABILE!
Arriva in gialloblu in una giornata di grandi pioggie, proprio nella stagione della siccità più rilevante, quella che ha portato a far razionare l’acqua a Roma, a rendere il lago di Bracciano una sorta di pozzanghera.
E’ l’esperto Luca Musacci, esperto centrocampista, che ha assaporato anche la serie A, che ha cambiato molte squadre in carriera e che talvolta ha esternato poprio pensiero in merito alle condizioni dei giocatori.
– Quali sono le difficoltà di un calciatore in prestito?
“Le sto vivendo anche ora. A Messina sto benissimo, ma mi daranno la casa che abbiamo trovato soltanto dopo il 20 settembre. Io, mia moglie e le mie due figlie viviamo in un alloggio temporaneo. Fortunatamente mia moglie è abituata, si occupa di tutto lei. Anche le bimbe spostandosi ogni anno, o ogni due, ormai si adattano a tutto. Ma ogni volta andar via è una frattura. L’anno scorso ero a Catania, ho fatto amicizia con tante persone e oggi che siamo a Messina le rivediamo. Ma le nostre sono sempre amicizie temporanee”.
– Il disagio è anche economico?
“Certo. Spendiamo decine di migliaia di euro ogni anno in affitti per case che non saranno mai nostre: un anno e poi via. Negli anni è una bella spesa, senza la possibilità di investire. E ogni anno dobbiamo cercare un asilo per le bambine, sempre privato perché per quelli statali va fatta la richiesta con largo anticipo. E io dove andrò lo scopro solo a luglio. Un mezza fregatura. Sembrerà sciocco, ma in Lega Pro non guadagni come in serie A”.
– In serie A guadagnava bene?
“A Parma avevo un bel contratto. Col fallimento ho perso quasi un milione e mezzo di euro. Una botta”.
– Situazioni paradossali?
“A Frosinone. Eravamo secondi, a gennaio avevo fatto 15 gare su 20. Ma ero l’unico in prestito e il club doveva liberare dei posti per operazioni che dovevano fare per forza. E mi chiesero il favore di lasciare libero il posto: mi pagò il Frosinone l’incentivo all’esodo per andare alla Pro Vercelli. Tutto a una settimana dalla fine del mercato. Ho spostato asilo, famiglia, moglie, casa in 5 giorni. Magari è per questo che non vengono fuori giocatori italiani. Magari a volte basterebbe avere un po’ di continuità”.