Sport, Cultura, Costume

ASPETTANDO LE… GRANDI OCCASIONI!

L’obiettivo è la naturale prosecuzione di quanto fatto finora, soprattutto dell’ intrecciare il passato con il presente, con la gioia che può regalare l’aver vissuto tempi e personaggi difficilmente reperibili ancora. Con il piacere intatto di continuare a raccontare, anche con l’intreccio tra eventi sportivi e spaccato di società, di vita vissuta davvero lontano dai campi di gioco o dei palazzetti. Non disperando – anche se ipotizzando una certo pessimismo –  che gli anni a venire possano, nonostante tutto, regalare ancora qualcosa di positivo. Sia come titoli conquistati, sia come qualità di valori che girano attorno allo sport e che dovrebbero sempre essere l’esempio per molti.

Avete scelto ancora una volta la semplicità e la correttezza, la ricerca dei valori, anche comunicando, oltre che vivendo. Avete scelto di ripercorrere insieme a me momenti indimenticabili del passato, quelli che, magari, alcuni lettori molto giovani  – fortunati loro – non hanno avuto la fortuna di godersi. Qualcuno mi ha chiesto: “ma scrivi un libro all’anno?” La mia risposta è stato un sì spontaneo, quasi un po’ sorpreso dalla domanda. Scrivere un libro ogni anno – per chi è abituato a scrivere più di un articolo di media al giorno, da più di quaranta anni – non può essere certamente considerato qualcosa di particolarmente difficile da fare.

Ormai è subentrata una sorta di allenamento ed è come se si scrivesse ogni giorno un articolo supplementare. Anzi no, molto più piacevole, perchè privo della cadenza quotidiana, dell’assillo di doverlo fare a tutti i costi. E magari anche con l’orario di invio che incombe.

E’ stata una elaborazione graduale, gradevolmente rituale, mai ripetitiva, con cadenze ben tollerate e con la soddisfazione di riempire con le proprie parole delle pagine bianche. Il tutto nella massima serenità e tranquillità, anni luce distante da chi ancora cerca freneticamente degli spazi di notorietà e di consenso, che si affida ai social per ottenerne il surrogato.

Il tutto con la convinzione che il nostro “prodotto” possa piacere a qualcuno – non necessariamente a tutti – e possa aver dato il giusto contorno alle vicende dei protagonisti, i quali,  ancora una volta, solo stati al centro della “cernita”, vista l’abbondanza di “materiale” di partenza.

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