OGGI IN EDICOLA. L’INTERVISTA A OLIVER URSO …
VITERBO – Biondo, come nella migliore tradizione nordeuropea. E’ un classe ’99, è Oliver Urso, che cerca di farsi valere nella Viterbese e spera nel futuro, quello del dopo-virus.
– Oliver, sei nato in Danimarca, a Copenaghen: come si sei arrivato in Italia? Raccontaci un po’…
“Mia madre è Danese, ma si è sposata con mio padre, che è “romanissimo”. Sono rimasto a Copenaghen fino ai nove anni, poi siamo rientrati in Italia ed ho anche cominciato a giocare al calcio nella capitale. I miei nonni italiani avevano pure una casa in campagna, al confine tra Toscana e Lazio. A San Quirico, tra Pitigliano e Sorano, dove ci venivo anche da bambino. Ora ci vive stabilmente la mia famiglia ed anche io, quest’anno, ho deciso di stare con loro. Facevo un po’ il pendolare con Viterbo diversi giorni della settimana, mentre qualche volta mi fermavo in sede. Eravamo stati tanti anni lontani, valeva la pensa di fare qualche piccolo sacrificio”.
– Lì hai una casa grande, con il giardino? Sei riuscito ad allenarti in modo adeguato in questo periodo?
“E’ stato molto confortante viverci questa emergenza, con il calore dei familiari, ma anche con ampi spazi all’aperto per potermi allenare adeguatamente e magari togliermi qualche pensiero dalla testa, un po’ di tristezza, per il momento critico che stiamo attraversando”.
– Parliamo di calcio: da Roma sei andato nelle giovanili del Cesena….
“Si fu un bell’approdo, tre anni importanti in cui mi son formato, con maestri come Lantignotti, Rivalta e Cancelli. Ho anche un ricordo molto bello, soprattutto per me che sono milanista, la tripletta contro il Milan. Giocavo negli Allievi nazionali del Cesena ed eravamo a punteggio pieno, avendo già giocato contro Milan, Inter e Atalanta, che erano le squadre più blasonate”.