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Il libro: Favilla racconta Viciani, il Maestro del gioco corto

 

di Giorgio Palenga

Qualcuno doveva farlo. Perché una figura come il Maestro (lettera maiuscola), Corrado Viciani, meritava di entrare anche nella letteratura sportiva, così come è entrato nella storia del calcio. Come spiegano ancora (tuttora) i docenti del Supercorso per allenatori di Coverciano.

Perché lui, Viciani, è diventato materia di studio, visto che più che “precursore” del calcio totale, col possesso palla reso celebre dal “tiki-taka” di Guardiola, quelle stesse cose se le è inventate 40 anni prima.

E forse, per scrivere la storia della vita, umana e professionale, dell’allenatore della Ternana che salì in serie A grazie al “gioco corto”, non c’era persona più indicata di un allenatore vero, allo stesso tempo anche giornalista.

Alberto Favilla, tecnico di lungo corso del calcio umbro, e non solo, capace di arrivare ad un soffio dalla serie C alla guida della Narnese, ha compiuto un lavoro certosino e, soprattutto, ispirato da autentica passione ed amore per mettere in evidenza quello che “Il Maestro” ha rappresentato per il calcio italiano.

“A casa di Viciani, a Castiglion Fiorentino, ho addirittura trascorso il mio viaggio di nozze – racconta Favilla – per me è stato sempre un punto di riferimento come allenatore, ma è stato anche un personaggio unico e inimitabile dal punto di vista umano”.

Favilla ha raccolto in tutta Italia numerosissime testimonianze di ex calciatori, allievi di Viciani, non solo alla Ternana.

“C’è un luogo comune da sfatare – prosegue l’allenatore-scrittore – ovvero che abbia fatto bene solo a Terni. Non è vero. Col Palermo gli fu rubata una finale di Coppa Italia ed è rimasto un idolo anche ad AvellinoCava dei Tirreni”.

La storia parte da Viciani bambino, con i primi anni vissuti a Bengasi, prima dell’arrivo a Castiglion Fiorentino, paese dell’Aretino di cui, ormai, fa parte della storia.

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