Calcio

MA PERCHE’ NON SONO I PRESIDENTI A PROTESTARE, ANZICHE’ IL SINDACATO DEI CALCIATORI?

I diretti interessati delle problematiche legate alle liste dei 22 e al minutaggio dei giovani dovrebbero essere i presidenti delle società, anziché il sindacato, come risulta essere l’associazione italiana calciatori. Quantomeno dovrebbe essere qualcosa di concertato insieme, in teoria dovrebbe esserci il medesimo interesse da parte delle società, altrimenti l’associazione calciatori andrebbe contemporaneamente contro sia il sistema – quindi la governance della Serie C – sia le società, e questo, in qualsiasi sciopero si consideri, non accade mai. È quantomeno insolito, quindi, quello che sta succedendo da ieri, da quando l’assocalciatori ha indetto uno sciopero dei calciatori per domenica prossima, calciatori che dovrebbero, in teoria, assumere una posizione a livello singolo, non certo di squadra, perché la società non è coinvolta in questa decisione. Peraltro sono molti i presidenti assolutamente in disaccordo con una eventualità del genere, come quella proclamata per domenica prossima, ma che, secondo noi, rientrerà nei prossimi giorni, prima che sia troppo tardi. Peraltro il momento non è il più favorevole per qualcosa del genere e soprattutto ci sono in Serie C problematiche decisamente più importanti e irrisolte di quella della lista a 22 e del minutaggio dei giovani, con la crisi è dovuta al Covid, soprattutto con il protocollo sanitario chem al termine della stagione, probabilmente, metterà in ginocchio più di una società in maniera assai più rilevante di quanto non possa farlo un minutaggio leggermente diverso dei giovani rispetto allo scorso anno.

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