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Riccardo Cucchi: “Non ho mai invidiato la Tv, la radio è sostanza, anche se sei spettinato”

 

La voce storica di Tutto il Calcio Minuto per Minuto si racconta, partendo dal suo libro “La Partita del Secolo”, dedicato a quella Italia-Germania 4-3 del 1970 che segnò il tramonto del calcio romantico. Dopo la televisione ha fagocitato il calcio e ne ha cambiato l’etica, ma la radio continua ad avere un ruolo primario: “Fa sì che il calcio resti lo sport di tutti, anche di chi non può permettersi un abbonamento da 80 euro al mese. 

La nostalgia applicata al calcio è un’associazione quanto mai fortunata, un’ancora di salvezza nel tempo di crisi e decadenza di valori che stiamo attraversando. Gli ultimi mesi ci hanno dato ampio modo di pensare al ‘pallone’ in una chiave malinconica, non solo per effetto di una pandemia destinata ad invadere ogni considerazione possibile sulla realtà, ma anche per alcuni anniversari significativi che ci hanno riportato con la mente a ricorrenze importanti per il calcio italiano. Dal decennale del triplete dell’Inter ai 50 anni dall’indimenticabile Italia-Germania del 4-3. Una partita che Riccardo Cucchi, voce storica di Tutto il calcio minuto per minuto, ha ripercorso in un libro, La Partita del Secolo, in cui il fatto sportivo in sé si intreccia alle storie degli uomini che ne furono artefici e alla funzione che la televisione ebbe in quel mondiale.

Riccardo, dopo aver raccontato centinaia di partite decide di scrivere un libro su una partita che non ha raccontato. Era il gusto di ricordarsi, per una volta, nei panni di spettatore?

Sicuramente questo è l’aspetto che forse ha scatenato la voglia di scrivere questo libro, per tornare con la memoria a quel 17 giugno del 1970, quando avevo 17 anni, non ero ancora maggiorenne, mi mancava un anno di liceo, ma coltivavo il sogno di fare il lavoro di Martellini, che ascoltavo in televisione e di Enrico Ameri. Perché la radio era accanto a me anche quella notte”.

 

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