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LA COPPA ITALIA VINTA DAL MILAN NEL ’72…

Era ancora il Milan dell’allenatore Nereo Rocco. Una squadra la cui ossatura era, in buona parte, composta da giocatori che potevano essere considerati appartenenti alla “vecchia guardia”. Parlo di una serie di calciatori che, per esempio, faceva parte della rosa fino dai tempi della vittoria in Coppa dei Campioni nel 1969 (coppa vinta dai rossoneri in finale contro l’Ajax di un giovane Cruijff). Mi riferisco a Cudicini, Anquilletti, Rosato, Schnellinger, Rivera e Prati.

A questi, si erano aggiunti elementi arrivati quello stesso anno, come Sabadini, Sogliano e Bigon, o giunti l’anno prima, come Benetti, Zignoli e Biasiolo.

Altra particolarità da notare è che, tra il 1970 e il 1972, la finalista di Coppa Italia sconfitta in un anno divenne la vincitrice del trofeo l’anno dopo. Ad essere precisi, nel ’70, non ci fu una finale ufficiale, perché la formula era a gironi, ma, di fatto, incontrandosi all’ultima giornata le due capoliste del torneo (Torino e Bologna), la partita assunse i contorni di una vera e propria finale. Anche nel ’71, la formula a gironi non prevedeva una finale però, in virtù della presenza di due squadre prime in classifiche all’ultima giornata della competizione, quell’anno fu necessario uno spareggio, tra Milan e Torino. Il risultato fu che il Torino perse la Coppa Italia, nel ’70, lasciandola al Bologna, ma la conquistò l’anno dopo strappandola al Milan, il quale vinse appunto il trofeo nel 1972. Per questo dicevo che, in quegli anni, la finalista sconfitta in un’edizione, divenne la vincente dell’anno seguente.

Comunque, per tornare alla Coppa Italia del ’72, il Milan vinse il primo girone eliminatorio, dove c’erano Mantova, Novara, Catania e Monza. Nel secondo si impose con largo vantaggio su Inter, Juve e Torino, vincendo tra l’altro per uno a zero entrambi i derby. La finale fu con il Napoli, che era uscito vincente dal girone con Fiorentina, Lazio e Bologna.

Dopo anni in cui erano state organizzate edizioni in cui si prevedevano partite di andata e ritorno nelle città dei rispettivi club di appartenenza, nel ’72 si programma invece una finale a partita unica da giocare all’Olimpico.

La finale ha dunque luogo a Roma, il 5 luglio del 1972, tra Milan e Napoli. E i rossoneri vincono per due a zero. Il primo tempo è sostanzialmente equilibrato. Nel secondo, invece, si rompono subito gli equilibri: al quarto minuto si registra un’incursione di Sabadini, per una sessantina di metri, sulla fascia sinistra che, in progressione, supera un avversario e, anticipando l’intervento di un secondo, crossa verso centro dell’area napoletana. Prati raccoglie il traversone e colpisce di prima intenzione con il sinistro, la palla rimpalla sul viso, o forse sul petto, di Panzanato, accorso in marcatura, che involontariamente trafigge la porta di Zoff. In effetti, la deviazione di Panzanato spiazza il portiere del Napoli che era già lanciato a sinistra, mentre la palla si infila alla sua destra. Una trentina di minuti dopo, il Milan raddoppia con quello che il titolo in prima pagina del Corriere dello Sport definisce “un gol da antologia”: Rosato dribbla un giocatore del Napoli e fa partire un potente tiro di destro da fuori area. La partita finisce dunque con un rotondo due a zero e, poco dopo, il Presidente Giovanni Leone consegna la Coppa Italia a Gianni Rivera; il giocatore cioè che il già citato quotidiano sportivo romano indica come l’uomo in più dei rossoneri.

IL TABELLINO DELLA PARTITA.

Roma, 5 luglio 1972, Stadio Olimpico,
Milan-Napoli 2-0. Marcatori: Panzanato, 49’ (aut.); Rosato, 78′. Arbitro: Toselli.

MILAN
Cudicini
Sabadini
Zignoli
Anquilletti
Schnellinger
Rosato
Golin
(46′ Magherini)
(75′ Maldera)
Biasiolo
Bigon
Rivera
Prati
Allenatore: Rocco.

NAPOLI
Zoff
Pogliana
Vianello
Zurlini
Panzanato
Perego
Pincelli
(56′ Esposito)
Juliano
Sormani
Improta
Macchi
Allenatore: Chiappella

 

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