“CAVALLI DI RITORNO”. HERRERA, INTER E BARCELLONA …
Il ritorno per antonomasia degli anni Settanta riguardò l’artefice della Grande Inter. Helenio Herrera aveva lasciato la creatura nerazzurra nel 1968, con un anno di ritardo sulla ridda di appuntamenti mancati che in pratica aveva chiuso la leggenda della squadra. Cinque anni dopo, nel 1973 usciva piuttosto ammaccato da cinque stagioni alla Roma, tanto gratificanti sul piano economico, quanto catastrofiche su quello tecnico. Esonerato alfine dopo tante delusioni, era tornato su piazza e non parve vero a Fraizzoli di riprovarci dopo il fiasco dell’operazione-Foni.
Naturale che il ritorno del Mago nella Milano nerazzurra destasse scalpore e ferventi attese, nonostante il trattamento sbrigativo riservato dalla sorte negli ultimi anni alle sue quotazioni tecniche. Il Mago arrivò e, forse per mettersi avanti col lavoro, vinse la battaglia sospesa tanti anni prima, riuscendo a liberarsi dell’estro mancino di Mario Corso, spedito dall’Inter al Genoa per un malinconico tramonto di carriera. Quel successo rimase però l’unico. I testimoni dell’epoca raccontano di patetici tentativi di rinnovare proclami e fasti di un tempo, finché una pietosa broncopolmonite gli venne in soccorso, stropicciandogli il fisico ma risparmiandogli la ferita morale di una cacciata dalla creatura più amata. L’8 febbraio 1974, dopo appena otto mesi, si chiudeva per motivi di salute un ritorno che più piccolo non sarebbe potuto risultare.
I felini tuttavia dispongono sempre di qualche vita di riserva e Herrera, che dei felini possedeva l’astuzia e la caparbietà, si sarebbe in parte rifatto sei anni dopo con due consecutivi ritorni a Barcellona, l’altro grande polo della sua carriera, entrambi in prossimità del traguardo e coronati da buoni risultati, insufficienti tuttavia a valergli la conferma. Una delusione che lo estromise in via definitiva dalla carriera.