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“BEL CALCIO SI SPERA”: DOVEVA ESSERE IL LIBRO DELLA SPENSIERATEZZA …

(cdm) “Doveva essere il libro della spensieratezza. Doveva essere lo sguardo di un bambino soltanto verso un calcio migliore. Un calcio che trovasse la forza e il coraggio, la civiltà e l’intelligenza, per uscire dal tunnel di valori in cui si era cacciato. E’ diventato, purtroppo, anche il libro della grande paura, della speranza, delle lunghe settimane senza risposte, senza certezze, sospese sulle ali del destino.

Lunghe settimane trascorse anche a scrivere quello che ancora c’era da scrivere di un libro che ha assunto, da quel punto in poi, una doppia valenza. Non soltanto la speranza di un calcio migliore, ma anche di un ritorno alla vita! Scrivere ha rappresentato un’indubbia “compagnia”, surrogando alcuni degli “affetti stabili”, con la possibilità di staccare la spina per qualche ora dall’angoscia delle tristi notizie che si moltiplicavano. Di malati e di morti.

Il libro è andato avanti, ha cercato anche di adeguarsi ai tempi, di rivedere alcuni contenuti. La voglia di scrivere, per fortuna, non manca mai, anche se lo spirito – in certe situazioni – non può essere più quello ideale.

Come non lo era stato nella primavera dell’anno precedente, quando – per altri motivi – la paura di guardare al futuro era stata altrettanto rilevante. Per uno strano gioco del destino, il titolo del libro – già deciso molti mesi prima della diffusione del virus – andava quasi a sovrapporsi a quello della situazione surreale venutasi a creare in Italia.”

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