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COPPA CAMPIONI, IL CICLO OLANDESE …

1971. COPPA CAMPIONI
AJAX-PANATHINAIKOS 2-0
Londra, 2 giugno 1971, ore 19:45. Wembley Stadium (83 179 spettatori).
Ajax: Stuy – Neeskens, Vasovic, Hulshoff, Suurbier – Rijnders (st 1′ Blankenburg) – Swart (st 1′ Haan), Cruyff, Muhren, Keizer – Van Dijk.
Panathinaikos: Economopoulos – Tomaras, Sourpis, Kapsis, Vlachos – Kamaras, Domazos, Elefterakis – Grammos, Antoniadis, Filakouris
Arbitro: Jack Taylor.
Marcatori: Van Dijk 5’; Haan 84’.
Per ciò che riguarda l’albo d’oro della Coppa dei Campioni di quel periodo, si potrebbe dire che nel 1970, con la vittoria del Feyenoord, inizia un ciclo olandese di quattro anni. All’interno di questo ciclo, però, la parte del leone va all’Ajax, con la conquista del titolo proprio nel 1971 e poi anche nelle altre due edizioni seguenti.
Nei sedicesimi del ’71, tra le varie squadre partecipanti troviamo Feyenord, (che era appunto il detentore del titolo), Cagliari, Saint-Étienne, Austria Vienna, Sporting Lisbona, Atletico Madrid, Legia Varsavia, Spartak Mosca, Basilea, Celtic, Fernerbahçe, Stella Rossa, Borussia, Everton e Panathinaikos.
Il percorso che porterà alla finale dell’Ajax, passerà per le vittorie su KF Tirana, Basilea, Celtic e Atletico Madrid. La finale sarà con il Panathinaikos che in semifinale aveva eliminato i serbi della Stella Rossa di Belgrado e, prima ancora l’Everton di Liverpool.
La finale fu giocata a Londra il 2 giugno del 1971, nello stadio di Wembley, e fu vinta due a zero dall’Ajax. La partita fu bella, con una supremazia olandese, soprattutto in termini di occasioni da gol. Ma, sostanzialmente, si trattò di un match equilibrato, fatto di continui capovolgimenti di fronte e chiuso definitivamente dal raddoppio dell’Ajax solo verso il finale.
Non avevo mai visto giocare il Panathinaikos, allora allenato dal grande Puskás, e l’impressione che esce dalla visione di quella partita è quella di una squadra con giocatori di livello notevole.
In quell’incontro, a mio parere si misero in luce Vlachos, Kamaras e, soprattutto Domazos (regista di quasi tutte le manovre dei greci) e Grammos (un’ala destra per niente facile da contenere). La grande delusione greca del match fu Antoniadis (capocannoniere del torneo con 10 gol) che, pur essendo servito a dovere per tutti i novanta minuti, si fece trovare quasi sempre impreparato, facendosi anticipare anche quando, inizialmente, era posizionato vicino alla palla.
Nell’Ajax, aldilà delle ottime prove dei singoli, quali Cruijff, Keizer, Van Dijk, Muhren e Neeskens, si vede l’impronta corale del calcio di Rinus Michels. Impronta che porta i tratti del futuro calcio totale olandese: fasi d’attacco e difesa portate dall’insieme della squadra, pressing e raddoppi di marcature, coperture di tutti gli spazi a prescindere dai singoli ruoli, polivalenza dei giocatori.
Una duttilità tecnico-tattica, quella di molti giocatori dell’Ajax, che porterà per esempio, in quella finale, un centrocampista che aveva anche ottime doti offensive (parlo di Neeskens) a giocare come terzino destro, riuscendo comunque a dare il suo contributo su entrambe le reti (anche se va detto che fu molto più importante il suo apporto in occasione del secondo gol).
La prima marcatura olandese, al 5′, molto bella per la coralità dell’azione. Neeskens raccoglie un passaggio, poco oltre il lato sinistro dell’area olandese, serve Rijnders, posizionato centralmente sempre sul lato sinistro del terreno di gioco. Rijnders passa trasversalmente a Hulshoff, che si trova all’interno del centrocampo. Questi lancia in profondità, ancora sulla fascia sinistra, a favore di Keizer, il quale dribbla il difensore avversario e fa un assist al centro dell’area. Lì interviene Van Dijk, il quale colpisce di testa e spiazza il numero uno avversario: palla a destra e portiere a sinistra, che si attendeva probabilmente un tiro sul primo palo. Sei passaggi dalla propria difesa al centro dell’area piccola degli avversari senza che i greci tocchino palla.
Il secondo gol, all’84’, nasce ancora su iniziativa di Neeskens, ma con un lavoro ancor più importante da parte sua, nella fascia centrale destra del campo: doppio dribbling su uno spazio molto ristretto e passaggio a Keizer. L’azione continua sulla parte della tre quarti destra del campo. Palla da Keizer a Cruijff. L’olandese volante si lancia in una breve ma efficacissima penetrazione, all’interno dell’area greca, e poi fa un passaggio filtrante, in verticale, per Haan, che riceve palla poco fuori dall’area piccola, si ritrova davanti al portiere e da lì non può sbagliare.
Ajax-Panathinaikos 2 a 0. Restano sei minuti di gioco e il risultato, alla fine, non cambia più.
E fu così che, come dicevo all’inizio, con quella vittoria l’Ajax segnava l’inizio di un ciclo.
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