La storia del giornalismo. I primi tentativi di stampa sportiva nell’Ottocento
(ussi)
La crescita del giornalismo sportivo italiano è sempre stata strettamente connessa ai cambiamenti
politici e culturali della società, al punto da poter assistere ad un vero e proprio sviluppo simultaneo
dei due fattori fra il 1870 e il 1950. Il giornalismo sportivo della seconda metà del XIX° secolo illustra
principalmente e quasi esclusivamente quel complesso di nobili attività fisiche – come la ginnastica, la
caccia, la scherma, l’alpinismo – che non rientrano certamente nell’attuale concezione di sport di
massa. In quel periodo lo sport era quasi totale appannaggio di pochi eletti gentiluomini, che
vedevano nell’attività fisica un insieme di reminiscenze ginnasiali e velleità umanistiche. Per questa
ragione il più antico periodico sportivo italiano può essere considerato il “Bollettino trimestrale del
Club Alpino di Torino” del 1865. Ma alla concezione moderna di giornale sportivo si avvicina
maggiormente “La Ginnastica”, fondata il 1 gennaio 1866 e diventata organo ufficiale della
Federazione Ginnica Italiana nel 1869. Questo perché il “Bollettino” di Torino, in gran parte
impegnato in osservazioni geografiche e meteorologiche, concedeva minor spazio alla celebrazione
dell’evento sportivo. A seguito dell’introduzione dell’educazione fisica quale materia obbligatoria
nella scuola da parte del ministro De Sanctis, sarà proprio la ginnastica l’elemento base del
giornalismo sportivo dal 1878. La conseguenza è un vero e proprio fiorire di nuove testate tematiche.
Nel gennaio 1884 nasce a Roma “L’educatore del corpo – Giornale illustrato – Ginnastica educativa
teorico-pratica” per iniziativa di Fermo Michelotto, mentre è del 1887 “Il Ginnasiarca”, organo
tecnico dell’educazione fisica in Italia. Obbiettivo della pubblicazione è fornire al lettore una maggior
spiegazione dei programmi governativi sportivi, in questo caso ginnici. Il nobile intento della testate
naufraga però molto presto, tanto che il 1° settembre 1887 l’uscita del giornale viene sospesa. Nel
frattempo, nel 1881, viene introdotto nelle testate dei giornali, e diventa di uso comune, il termine
sport. A marzo inizia le pubblicazioni a Roma la “Rivista degli sports nazionali” e ad ottobre a Milano
il quindicinale “Lo Sport Illustrato” arricchito più tardi anche da una edizione romana, “Cronaca
sportiva”.
Dal 1888 cambia nuovamente lo scenario sportivo italiano. Il ciclismo o meglio, il velocipedismo, inizia
ad affermarsi sempre più, tanto da consentire la pubblicazione di periodici dedicati esclusivamente a
questo sport. Il primo ad uscire allo scoperto è il fiorentino “Cappa e Spada”, ma la vera rivoluzione
arriva alcuni anni più tardi, il 4 ottobre 1893. Ad intuire l’importanza dello sport, e in questo caso del
ciclismo fra i lettori, è il “Corriere della Sera” privo fino a quel momento, come ogni giornale non
tematico, di alcuna pagina sportiva. Il “Corriere” autorizza il proprio redattore Augusto Guido Bianchi
a dar vita al settimanale “Il Ciclo”, che in realtà verrà pubblicato soltanto dopo gli avvenimenti
ciclistici di maggiore importanza. Ma il successo è evidente, tanto da garantire alla testata, che nel
frattempo ha cambiato il proprio nome in “La Bicicletta”, una tiratura di ben 25mila copie.