A PARIGI NEL ’59: “LE ROI” PIETRANGELI
Forse qualcuno potrà obiettare sul fatto che Nicola Pietrangeli sia stato il miglior tennista prodotto dal Belpaese, preferendogli magari Adriano Panatta, ma quel che è certo è che il ragazzo nato a Tunisi e trasferito giovanotto a Roma è stato il pioniere a sventolare il tricolore in un torneo del Grande Slam. E già questo è meritevole di primato assoluto.
Quando Pietrangeli si presenta al Parc d’Auteuil per gli Internazionali di Francia del 1959 ha già in bacheca un trionfo a Roma, due anni addietro, e nel 1958, primo italiano appunto della storia, ha colto il successo nel doppio misto al Roland-Garros, accoppiato alla britannica Shirley Bloomer. Il professionismo ha tolto di mezzo l’australiano Mervyn Rose, che è campione uscente a Parigi e proprio nel 1958 ha battuto Pietrangeli in una splendida finale a Roma risolta al quinto set, i favori del pronostico sono quindi riversati sul cileno Luis Ayala, finalista a Parigi e detentore del titolo a Roma. Neale Fraser è testa di serie numero 2, sono della partita anche due giovani australiani che faranno parlar di loro in un futuro prossimo, Emerson numero nove e Laver numero tredici, gli americani si affidano a Budge Patty, numero otto e re nel 1950, il “vecchio” Drobny che vinse nel 1951 e nel 1952 è numero dieci del seeding e tra i primi sedici trovano posto anche Orlando Sirola e Giuseppe Merlo, seppur ben più avvezzi alla pratica del doppio.
Pietrangeli ha talento naturale, fa leva sul rovescio che è colpo tra i più redditizi ed eleganti del panorama tennistico mondiale e da fondocampo ha pochi rivali. Non rigetta il gioco di volo, con tocco delicato ed istinto felino, sebbene si faccia preferire in risposta e nel contrattacco, che spesso affida alla smorzata che lascia sui blocchi l’avversario. E’ testa di serie numero tre, al Roland-Garros, occupa la parte bassa del tabellone e all’esordio il sorteggio gli offre in sacrificio il messicano Mario Lamas, già soddisfatto di strappare un set ed impegnare più del dovuto il fuoriclasse italiano. Lo spagnolo Couder, 6-3 6-2 6-2, e il danese Ulrich, 7-5 6-3 6-4, non rappresentano ostacoli impegnativi per Nicola che di slancio guadagna la semifinale dopo aver surclassato anche il britannico Billy Knight, 6-1 6-2 6-1. Qui trova sulla sua strada l’avversario previsto, ovvero Fraser, che ha ruolino di marcia immacolato e ha spento l’illusione del giovane connazionale Martin Mulligan, killer agli ottavi di Drobny. Pierre Darmon, sesto favorito del torneo, era il francese di punta in questo settore di tabellone, ma il transalpino esce subito di scena, eliminato in cinque tiratissimi set dal cecoslovacco Javorsky.
Nell’altra fetta di tabellone Ayala lascia un paio di set per strada a Merlo agli ottavi e ferma la corsa di Emerson ai quarti di finale, il sudafricano Veermak suda e soffre ma infine prevale alla distanza con il francese Haillet, il migliore dei suoi, e il belga Brichant, Laver paga dazio all’inesperienza rimbalzando al terzo turno con l’austriaco Legenstein e allo stesso stadio della competizione Orlando Sirola si arrende nettamente al danese Nielsen, vincitore con un rapido 6-2 6-3 6-4.
Ad altezza semifinale, dunque, ecco il poker d’assi atteso alla vigilia. Ed è parziale sorpresa, perché se è vero che la sconfitta di Ayala con Veermak fa gridare alla sensazione per responso ed entità numerica, 6-2 6-1 6-4, quella di Fraser con Pietrangeli, sempre in tre set, 7-5 6-3 7-5, è giustificabile per la maggior adattabilità dell’italiano alla superficie in terra battuta.
Sabato 30 maggio è tempo di fare la storia, per il tennis italiano. Nicola Pietrangeli ha solo l’ultimo atto da portare a compimento, far fuori il sudafricano Ian Veermak che seppur finalista è ben più predisposto ai campi veloci, dove esprime il meglio del suo repertorio di servizi e voleé. Ad onor del vero Veermak ci prova anche con Pietrangeli, e per un set, il primo, gli va pure bene visto che intasca il parziale 6-3, dopodiché l’azzurro aggiusta la misura del passante e la sfida cambia padrone. Pietrangeli vince tre set in scioltezza, 6-3 6-4 6-1, e si porta a casa la Coppa destinata al vincitore.