Calcio

COSI’ L’ULTIMA VOLTA AD AVELLINO …

31/1/2021

Avellino – Viterbese 3-0

Marcatori: st 1’ D’Angelo, 19′ Fella, 37′ Santaniello.

Avellino (3-5-2): Forte; L. Silvestri, Miceli, Illanes; Ciancio, Aloi (32′ st De Francesco), Carriero (32′ st Adamo), D’Angelo, Tito (32′ st Baraye); Fella (27′ st Santaniello), Maniero (22′ st Bernardotto). A disp.: Pane, Rizzo, M. Silvestri, De Francesco, Dossena, Errico, Rocchi, Adamo, Baraye. All.: Braglia.

Viterbese (4-3-3): Daga; Baschirotto, Mbende, Markic, Urso (43′ st Bianchi); Salandria (43′ st Besea), Bensaja, Palermo (29′ st Bezziccheri); Simonelli, Rossi (25′ st Tounkara), Murilo (43′ st Sibilia). A disp.: Maraolo, Ricci, De Santis, E. Menghi, M. Menghi. All.: Taurino.

Arbitro: Bordin della sezione di Bassano del Grappa. Assistenti: Ceolin e Collavo della sezione di Treviso. Quarto ufficiale: Scatena della sezione di Avezzano.

Note: Ammoniti: Miceli, Carriero, Illanes, Rossi, Markic e D’Angelo per gioco falloso; Tito e Murilo per proteste. Angoli: 5-3. Recupero: pt 1’, st 5’. Gara a porte chiuse.12\

Il volo di D’Angelo, che sovrasta Mbende e incorna all’incrocio uno dei soliti gran cross di Tito, forza e giri giusti, è la fotografia perfetta per immortalare il momento dell’Avellino. In ascesa, ora col fiato sul collo del Bari; col secondo posto, che adesso dista solo quattro lunghezze, nel mirino. Tre, il numero perfetto. Come le vittorie di fila dei biancoverdi. Come le partite consecutive con la porta inviolata. Un record stagionale a cui ha senza ombra contribuito l’innesto di Illanes. Quarta vittoria nelle ultime cinque gare. Numeri, non opinioni. Dati di fatto come quelli che Braglia, nel momento più duro, tra Covid, infortuni e squalifiche, provava a portare all’attenzione di tutti spiegando che i giudizi sarebbe stato opportuni quantomeno rimandarli a quando avrebbe potuto fare davvero il lavoro dell’allenatore. Una settimana intera a disposizione per preparare le partite, almeno undici calciatori da mettere in campo. Ergo, non è un caso che la continuità sia arrivata proprio nel momento in cui queste, basilari ma tutt’altro marginali condizioni, sono venute a crearsi. E così la Viterbese, squadra tosta, cattiva agonisticamente, mai propensa a sottrarsi, con i suoi interpreti, alla battaglia in campo, è caduta con il finale di 3-0. Primo tempo di calci più che di calcio, con la difficoltà a trovare sbocchi offensivi degni di nota e tanti momenti di naturale tensione a delimitare il perimetro di una gara maschia. Un salvataggio sulla linea di Baschirotto, su botta di D’Angelo, una torre di Miceli, non corretta in rete per questioni di istanti dallo stesso D’Angelo, ed un colpo di testa di Markic, alzato sulla traversa da Forte, e poco più.

In avvio di ripresa, cinquanta secondi e terzo tempo da cestista del Sonny d’oro (sesto gol in campionato), prima del raddoppio di Fella. E a proposito di Fella. Non si può pretendere da un attaccante, letale nell’attaccare lo spazio, di essere pericoloso senza metterlo nelle condizioni di esserlo. Guarda caso, quando i leoni laziali hanno concesso il minimo spazio nelle proprie retrovie, mettendo la testa avanti alla ricerca del pareggio, è bastato un bel lancio di Ciancio per ricordare pure che l’ex Monopoli è un killer dell’area di rigore. Palla in buca d’angolo sul ribaltamento di fronte, et voilà. Il terzo indizio che rappresenta la prova dei progressi a trecentosessanta gradi dei lupi, per rimanere in tema di tre? Entrano Adamo Santaniello, lo fanno col piglio giusto, con fame. Tutti titolari aveva affermato con forza, all’antivigilia, Braglia. Niente retorica anche in questo caso. Cross basso del primo, taglio sul primo palo con la cattiveria giusta del secondo, e poker personale dell’ex Picerno. Tris sotto la pioggia. 

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