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PALERMO: SILIPO E LA FINALE DI COPPA ITALIA PERSA CON LA JUVE

Fausto Silipo, una miniera di ricordi. Come sfogliare un album fotografico, lo stesso album dove si potrebbe vedere una immagine in cui – giovanissimo – è ritratto insieme a Rivera.  Oppure, ricordando Scirea, suo compagno di stanza a Coverciano, quando entrambi frequentavano il Master per allenatori.

E’ un fiume in piena, per chi ha la fortuna si ascoltarlo: difficile interromperlo nei suoi discorsi, tanta è la passione e la genuinità del personaggio. Parla di calcio, di quella giovinezza trascorsa da difensore, soprattutto con due storiche  maglie, quella del Catanzaro e quella del Palermo.

A quest’ultima è molto legato e la mente vola alla storica finale di Coppa Italia giocata contro la Juventus. Era il Palermo di Veneranda, un allenatore che avrebbe meritato di più dalla buona sorte, che non ebbe, a dire il vero. Attuava una zona mista, cioè giocava ad uomo in difesa e a zona a centrocampo. Diciamo che si schierava con una specie di 4-3-1-2. Le due punte erano il grande Chimenti e Conte, che gli faceva da spalla con i suoi movimenti, creando lo spazio per infilarsi e far gol. Bella squadra, dal gioco magari non spettacolare, ma terribilmente efficace. Sfiorò l’impresa contro la Juve, che era di un’altra categoria, ma dovette penare fino al 116′ per agguantare la Coppa, con un gol in giravolta dell’ex Causio.

Uno dei momenti più fulgidi della sua carriera calcistica, quando addirittura sembrava ci fosse la possibilità di costruire una squadra all’altezza per giocare in Europa.

Dopo quella sconfitta in Coppa Italia la delusione avvolse Silipo, che se ne tornò da solo, ramingo, a Palermo, cambiando tre o quattro treni. Ci fu bisogno anche di qualche tranquillante per mandar giù quella amarezza enorme, anche se oggi rimane un gran bel ricordo da narrare agli amici.

Ricordi e valori, rimasti intatti nella memoria comune, passando per l’era-Sivori, per quella amichevole con la Juventus. Poi la promozione in serie C – dopo 25 anni di attesa – al Curi di Perugia, nonché quei gol mangiati da Turchi ai tempi di Gaucci, che fecero sfumare il primo sogno della serie B.

DAL LIBRO “FACCE DA GOL”

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