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“DIECI”. IL RIUSCITISSIMO TERZO ATTO ALLA SERATA DEL TENNIS CLUB

Quando Paolo Ricci insistette tanto per collocare la prevista presentazione del libro DIECI nell’ambito della Festa d’Estate del Tennis Club, forse non tutti pensarono che fosse la soluzione migliore. E invece  nessuna scelta fu più azzeccata e il “Dieci-Ter” si è andato perfettamente a incastonare nell’evento che il dinamico Agostino Tamantini ha introdotto, oltre a contribuire ad organizzare.

Questi gli “asterischi” che Francesco Oddo ha letto per introdurre, man mano, gli ospiti delle terza presentazione di DIECI, in una location suggestiva come quella della piscina del Tennis Club Viterbo, con tante luci colorate pronte per l’occasione, ma con ancora gli ultimi riflessi del tramonto, che Chicca D’Errico ha immortalato nelle sue foto lasciandoci un ricordo molto accattivante.

Dieci, come i piccoli Indiani. Ma in questo caso non c’è nessun giallo, ne persone da cercare. C’erano quegli ardimentosi che si cimentarono per la prima volta con la racchetta, in tempi in cui era abbastanza sconosciuta. Dieci erano anche i gradi di temperatura, quel giorno in cui le nuvole minacciavano pioggia, ma per nessun motivo al mondo avrebbero rinunciato a quel “battesimo” tennistico …

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Nel tennis ci ho trovato molto eleganza. La stessa eleganza di  Giorgio Barili, che fu il trascinatore di quegli ardimentosi che dettero una casa al tennis viterbese, che ne determinarono la crescita. La sua dialettica inimitabile – per competenza e chiarezza – ha sempre contraddistinto le risposte alle interviste che gli feci nel corso degli anni. Il desiderio divenne realtà all’inizio degli anni Sessanta: la famiglia di imprenditori dei Taurchini, allora anche proprietaria delle Terme Salus, mise a disposizione un appezzamento di terra attiguo, cedendo alla pressione dell’entusiasta “Re Giorgio” Barili, che trascinò gli altri a creare anche a Viterbo un polo attivo su cui riversare tutto il proprio amore per il tennis…

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Ci sono in tanti, ogni giorno, su quei campi, anche chi ha tagliato il traguardo degli ottanta anni, compiuti, chi non ha impedito che impugnassero ancora la racchetta, un paio di volte a settimana. Addirittura c’è chi ha superato anche i “Novanta”, portati in maniera eccezionale, un vero “inno alla vita”, come Serio Salani, che si ritrova a giocare con i suoi compagni d’avventura, Nicola Affinita, Sergio Favero e Roberto Marcoaldi,  i “diversamente giovani”.  Molti di loro erano già lì, più che altro a guardare con curiosità, sessanta anni fa …..

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Come il padre, Fausto Barili è dirigente ed anche giocatore, con quella passione trasmessagli fin da bambino da Giorgio, che lo portò al circolo per la prima volta tanti anni fa. Praticamente era ancora nella culla e già assaporava il sapore del tennis e sviluppava quella passione innata, esattamente quella del padre. Come lui, scarica la tensione di certe giornate non facili al “foro”, allenandosi sui campi del circolo viterbese, senza mai saltare un allenamento, con lo stesso entusiasmo dei più giovani colleghi con cui condivide l’impegno dei tornei e del campionato di serie B. Come suo padre, Fausto spopola anche nei campionati per avvocati…

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Paolo Ricci è entrato nel ‘94 nel mondo del Tennis Club Viterbo.  Si è fatto immediatamente apprezzare per le sue doti e molti giovani sono cominciati a passare sotto le sue mani, segnando una strada ricca di frutti, sia in campo maschile che femminile, vincendo, nel tempo tutto ciò che c’era da vincere,  impreziosendo la bacheca dei trofei del circolo. Soprattutto quando si puntò sulla squadra femminile, capace di un inimitabile filotto di scudetti. Voleva studiare. Suo padre avvocato e sua madre farmacista pensarono che la scelta migliore potesse essere il Liceo Classico. Poi venne l’Isef e il tennis, ma per andare oltre ci sarebbe stato bisogno di una scelta di vita radicale. A diciannove anni, invece, era già l’allenatore di Annarita Cangiano, che entrò nelle prime quattrocento giocatrici al mondo. Tutto il resto è Viterbo!

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Anna Floris, la “regina” della racchetta in Sardegna. Cagliaritana, con un dritto mancino esplosivo, è tuttora la tennista sarda più forte di tutti i tempi. Per lei parlano i risultati ottenuti in carriera, con la partecipazione a tutti gli Slam, agli Internazionali d’Italia a Roma, per diverse volte. Sulla terra rossa di Parigi e sul cemento di New York ha accarezzato il sogno di accedere al prestigioso tabellone principale.  Da adolescente era stata l’incubo di Oronzo Pennetta, padre di quella che poi diventò una delle tenniste più forti d’Italia. Quando Flavia, infatti, si ritrovava nello stesso tabellone di Anna Floris, lui perdeva gran parte dell’entusiasmo di seguire la figlia, perché temeva sempre che venisse sconfitta dalla terribile mancina….

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Marco Dessì è un altro ragazzo sardo che il circolo viterbese ha “adottato”, insieme al fratello Nicolò. Da allora Marco è cresciuto molto ed è arrivato al titolo regionale e al primo punto nel ranking Atp. Nato a Quartu S. Elena nel 2000, ha iniziato a otto anni a giocare a tennis, mostrando subito passione e predisposizione. Dopo un po’ lo ha seguito Niccolò, di quattro anni più piccolo di lui. Il merito fu proprio di Niccolò, che rientrò in un progetto che finanziava giovanissimi tennisti in una esperienza da fare a Roma. Lo accompagnò Marco e ben presto si ritrovò in campo insieme a lui. Non sfuggì all’attenzione di Paolo Ricci e Anna Floris, che li vollero a tutti i costi al Tennis club Viterbo, proprio nel momento in cui si stava consolidando la filosofia  di puntare decisi sul settore maschile con squadre giovani….

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Uno che ha “dato del tu” alla racchetta è Alessandro Patrignani, che rimane il giocatore del Tennis Club ad aver goduto della migliore classifica nazionale. Quel ragazzino di Cura di Vetralla che colpiva di rovescio a due mani già ai primi anni di attività giovanile è riuscito ad entrare tra i primi cento giocatori in Italia, rimanendoci anche per diverso tempo. Gli anni Novanta sono stati i “suoi”, con tante partecipazioni a tornei importanti. E’ stato inserito nell’Orange Boll di Miami, vedendosi passare accanto i migliori giocatori del mondo. Ha girato molto, ha girato il mondo, appunto, conoscendo pure personaggi importanti, non trascurando mai la sua fede calcistica milanista. Porta in sé l’orgoglio della brillante carriera, la vittoria, ad esempio, di quel “Lemon Bowl” che rimane un torneo prestigioso da cui sono passate tante speranze della racchetta italiana, compreso Lorenzo Musetti. Quella vittoria del ’91 rimane un ricordo che l’ex ragazzino di Cura di Vetralla conserva con grande gioia, insieme all’amore per il tennis che trasmette ora ai suoi giovani allievi….


Questo, invece, il pensiero dell’autore.

“E’ stata un’altra bella esperienza. Non si finisce mai di imparare e di provare emozioni, neanche dopo tanti anni, se si vive in questo mondo della comunicazione con i valori fondamentali ormai dimenticati da molti. DIECI mi ha fatto vivere una bella serata, come non mi accadeva dal PreCovid, in una location sicuramente suggestiva, allestita per l’occasione con grande effetto scenico, con tante luci e tanti colori. Io, per la verità, ho presentato il libro con ancora evidenti i segni del tramonto e per chi è romantico non è una cosa da poco, Voglio ringraziare – oltre ai “vecchi” Paolo Ricci e Fausto Barili – le persone che ho conosciuto da pochissimi giorni e che mi hanno supportato con tanta passione. A cominciare da Agostino Tamantini, dinamico organizzatore di tante iniziative del Tennis Club Viterbo, un elemento che il circolo dovrà tenersi ben stretto. Lo ringrazio anche per le belle parole che ha speso e per le tante volte che ha fatto riferimento a DIECI. Ringrazio Chicca D’Errico per il medesimo entusiasmo e perchè è risultata preziosa nella realizzazione di foto e video. Eppoi Francesco Oddo, conosciuto veramente all’ultimo minuto, grazie a cui è nata l’idea di poter leggere degli “asterischi” brevi da alcune pagine del libro per introdurre gli ospiti della presentazione. E voglio ringraziare Alessandro Patrignani, il quale, come pochi, si è mostrato interessato al libro e agli annessi e connessi, essendo stato presente anche alla prima presentazione del 23 giugno, oltre a voler essere rimasto al nostro tavolo per il resto della riuscitissima serata. E se dieci significa bello, buono, DIECI al TCVT lo è stato!”

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