AMARCORD. LE AMICHEVOLI DI LUSSO ALLA PALAZZINA
La storia delle amichevoli della Lazio a Viterbo è lunga: tante volte la squadra biancoceleste ha giocato al Rocchi e puntualmente abbiamo avuto l’opportunità di una intervista importante, ad uno dei personaggi che di solito facevano parte del “calcio dei grandi”, avulso dalla realtà di tutti i giorni del cronista della Tuscia.
E allora ricordiamo, ad esempio, il forte centrocampista Thomas Doll. Proveniva dalla vecchia Germania democratica, uno dei primi ad andare a giocare all’estero, discendente di quel gruppo che fece bene al mondiale degli anni settanta, con Sparwasser trascinatore.
Sempre sulla sponda-Lazio, ecco Dino Zoff, che allenava l’undici capitolino dopo la sua esperienza chiusa alla Juventus.
Venne a giocare una amichevole nella stagione 1990-91, sotto la presidenza di Gianmarco Calleri, Viaggiava a metà classifica, posizione in cui rimase per due stagioni, prima di riportare la Lazio nelle coppe europee grazie al quinto posto ottenuto nel 1992-93. C’erano Bergodi, Riedle e Ruben Sosa, c’era Pin insieme Marcheggiani, Sclosa e Gregucci, con quest’ultimo che forse non immaginava che avrebbe, qualche anno più tardi, mosso i primi passi da allenatore proprio a Viterbo.
Zoff si intrattenne gentilmente con noi, così come fece Claudio Ranieri, che alla Palazzina ci giocò con il suo Cagliari che aveva condotto in serie A partendo dalla C. Neanche in quella occasione smentì la sua immagine elegante e si presentò in sala stampa con un bel soprabito scamosciato. Niente male!
In campo ci andò il Viterbese Mauro Valentini e insieme a lui i vari Fonseca, Festa, Matteoli, Firicano, Cappioli, il sudamericano Francescoli, che dispensarono buon calcio, per la gioia dei presenti sulle tribune della Palazzina.
Cordiali in sala stampa furono anche Gustavo Giagnoni – che allenava l’Udinese – e Walter Zenga.
Quest’ultimo aveva appena concluso un’esperienza da giocatore negli Stati Uniti, dove aveva apprezzato le qualità di un giovane attaccante, Jo Savarese, che aveva proposto a Gaucci e favorito il suo trasferimento a Viterbo.
Zenga si prodigò in apprezzamenti rivolti all’Americano e intrattenne a lungo gli addetti ai lavori, non immaginando, però, che la carriera in gialloblu di Savarese sarebbe stata breve. Anzi, di più!
E che dire di Ciccio Graziani, arrivato come direttore sportivo, per una brevissima permanenza. Chiamato da Aprea, l’ex attaccante della Nazionale volle offrire una cena alla stampa e raccontò tante cose del suo passato e su quello che pensava potesse essere il suo futuro da dirigente.