LE GRANDI PENNE. ORMEZZANO E IL TORINO …
QUESTO IL PENSIERO DI GIAMPAOLO ORMEZZANO DI QUALCHE ANNO FA, DI UNA IMPORTANTE CARRIERA GIORNALISTICA …
“Mio papà amava il Toro, era amico di Vittorio Pozzo. Inevitabile innamorarsi del Torino, è una passione passata da un Ormezzano all’altro, due nipoti che sono stati degli ultras dei granata. Era una grande squadra per quei tempi, ora è tutto troppo cambiato, troppo diverso, un altro gioco, rispetto a quel calcio. Se penso alla muscolatura di Valentino Mazzola e la confronto con i giocatori di oggi… In ogni caso, c’è una tesi curiosa su quello squadrone, vale a dire che l’Italia, che schierava dieci undicesimi del Toro, avrebbe vinto il Mondiale del ’50 in Brasile e avrebbe cambiato la storia del calcio. Valentino Mazzola e ra idolatrato dai suoi compagni perchè si rimboccava le maniche nei momenti difficili, perchè rappresentava lo spirito-Toro. E poi, aveva un’aura peccaminosa, aveva due mogli, la seconda sposata in Romania, poco prima della tragedia. Anticipava i tempi, anche in questo. Come giocatore un trascinatore clamoroso. Uno sgobbone, un esempio. Ma il Toro ha avuto un altro che gli assomigliava negli anni, cioè Giorgio Ferrini. Rispetto al figlio Sandro tutta un’altra storia. Sandro era più tecnico, diciamo che del Grande Torino ricordava semmai Gabetto. C’era Torino-Lazio. Mio padre fa una pennichella un po’ lunga, arriviamo allo stadio sul 3-0 per la Lazio. Io piango. Mio padre mi guarda e mi dice: “tranquillo, adesso ci pensa Mazzola… Finisce 5-3 per il Toro, con due gol di Mazzola. Lo scudetto di Gigi Radice, dico la verità, non me lo sono goduto come avrei voluto. Perchè ero direttore di Tuttosport e non dovevo farmi trascinare dal tifo, così, per non essere di parte, ho finito per viverlo male. A parte un titolo, che ricordo ancora, il giorno decisivo: “Lassù qualcuno ti ama”, scrivemmo, alludendo a Superga”.