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UN ANNO FA SE NE ANDAVA MARIO SCONCERTI!

Una grande perdita per la cultura calcistica e per ancora ci crede e riconosce i valori sani sempre più raramente contenuti in essi. Riproponiamo l’articolo che proponemmo un anno fa in quel pomeriggio,

UNA PERLA DI SAGGEZZA DI SCONCERTI ANCHE IN UNO DEI NOSTRI LIBRI

di Claudio Di Marco

Domani i lettori non troveranno il consueto articolo della presentazione della partita della Viterbese, perché quello spazio il Corriere dello Sport lo dedicherà giustamente a Mario Sconcerti, uno dei suoi più grandi direttori, quello che rimane tra i miei preferiti. Non mi va di fare il solito coccodrillo, nè di impantanarmi nella marea di ovvietà, come quella di ieri, in cui tutti hanno postato di Mihaijlovic, come se lo avessero conosciuto davvero. Per Sconcerti, però, non potevo non scrivere qualcosa, senza voler ricordare le sue grandi doti di giornalista, uno dei pochissimi che sono succeduti al mito di Gianni Brera.

Il cruccio è di non essere mai riuscito a portarlo a qualche evento che ho organizzato o presentato, mentre mi onoro di aver inserito un suo illuminato pensiero in uno dei miei libri: <<insomma, erano i tempi in cui il giornalismo era davvero una forma d’arte, non accessibile a chiunque. Non come ora, in cui ci vorrebbero regole da ripristinare nell’attuale “confusione – come afferma un grande maestro come Mario Sconcerti – in cui tutti   scrivono   ovunque.   Tutto   sembra   così   naturale   da diventare, in molti casi, solo l’espressione dell’inutilità. Non basta  sapere  le  cose:  bisogna  saperle  raccontare  con  stile  e rispetto. Bisogna saper scegliere tra notizia e ovvietà, tra cultura e gossip”>>

La schiera dei grandi si attenua ulteriormente e il fatto che Mario Sconcerti se ne sia andato nello stesso 17 dicembre di mio padre mi raddoppia il dispiacere.

 

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