AccadevaUS Viterbese

MISSING STORY/2. LA CRONACA DELL’ULTIMA STAGIONE DELLA VITERBESE …

Riggio è sfortunato quando il pallone sbatte sul palo eppoi sul suo piede e finisce in rete per il momentaneo pareggio dei Pugliesi di Francavilla. Peccato per il ragazzo di Crotone, ma il destino aveva già deciso una cosa diversa per i Gialloblù.

Ci pensano in due, i migliori, gli unici che emergono di una spanna dal livello medio della squadra. Potrebbero essere quasi padre e figlio, visto che Marotta va per i trentotto anni e D’Uffizi ne ha all’incirca la metà. Il secondo ispira, taglia il campo per largo e per lungo mettendo in crisi gli avversari, ma è Marotta che fa il gesto vincente, realizzando il gol della vittoria, scagliando sotto la traversa il pallone con una cattiveria che ad altri manca. Per Marotta è anche una rivincita nei confronti dello scetticismo generale nei suoi confronti e anche di quegli allenatore che lo hanno portato spesso in panchina. Va tutto a “pippa di cocco”, con la Viterbese che vince e l’Andria che perde, per cui l’ultimo posto è scongiurato. Va bene anche che non abbia vinto il Messina, ma solo un risultato sfugge alla serie di quelli favorevoli ai Gialloblu, quello del Monterosi che vince ad Avellino, una delle più grandi delusione del campionato, laddove ogni anno gli esperti assegnano velleità da primi posti per poi doversi ricredere in maniera imbarazzante.

Quella vittoria cambia tutto, perché il Monterosi è quintultimo con nove punti di vantaggio sulla Viterbese e – secondo le norme vigenti – condanna direttamente alla retrocessione, senza più la disputa delle due gare dei playout. E’ finita. Almeno per il momento, perché rimane ancora la fiammella della speranza della decisione del CONI. Se verranno restituiti i due punti, cambierà in modo esistenziale la classifica e la Viterbese ritornerà in gioco con i playout. Non rimane che aspettare. Il capitolo non è ancora chiuso, c’è da scrivere ancora.

E si aspetta anche molto, visto che l’udienza viene fissata per il dieci maggio, mentre la Lega conferma le date previste per i playout, prima del verdetto, chiaramente, quasi come se avesse dato per certo che la Viterbese non vi avrebbe partecipato.

Guarda caso, non poteva non esserci ancora un dieci, quello del mese di maggio, quello fatale alla Viterbese, quello della comparizione davanti al Collegio di garanzia del CONI per discutere del ricorso gialloblù. Romano si professa fiducioso fino all’ultimo momento, ma quando il suo amministratore delegato e l’avvocato, entrambi presenti in udienza, gli fanno sapere – via Whatsapp – come stanno andando le cose, probabilmente per la prima volta si rende conto della realtà.

Terminata l’udienza viene comunicato ai presenti che il dispositivo sarà recapitato nelle ore successive alla società di via della Palazzina tramite Pec. E’ in quel momento che l’ultimo messaggio è estremamente negativo: “al novanta per cento è un no!” I rappresentanti della Viterbese si trovano di fronte una controparte assai motivata, convinta della colpevolezza della Viterbese, convinta che anche i due precedenti gradi di giudizio siano stati equi nei relativi verdetti. Va tutto a “pippa di cocco”, con la Viterbese che vince e l’Andria che perde, per cui l’ultimo posto è scongiurato. Va tutto a “pippa di cocco”, con la Viterbese che vince e l’Andria che perde, per cui l’ultimo posto è scongiurato.

E la Pec contiene esattamente un verdetto sfavorevole, in cui viene rigettato il ricorso e la penalizzazione confermata. Con essa è confermata la retrocessione in serie D, che fino a quel momento quasi si era esorcizzata, continuando ad allenarsi, a programmare amichevoli, come se nulla fosse accaduto. Il dieci di maggio viene sancito definitivamente il salto all’indietro del calcio gialloblu, il ritorno ad una serie D che sembrava ormai così lontani.

(DAL LIBRO “DIECI”)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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