AMARCORD. IL CENTRAVANTI SILENZIOSO CAPPELLINI, APPREZZATO DA H.H.
Scoperto da Giuseppe Meazza, Renato Cappellini (Soncino, 9 ottobre 1943) crebbe calcisticamente nel’Inter. Attaccante di movimento, rapido e potente, di quantità più che di qualità, piacque subito ad Helenio Herrera, che lo fece esordire in serie A il 29 settembre 1963 (Inter-Mantova 2-0) a soli 19 anni.
Dopo un’anno in prestito al Genoa, fece ritorno alla casa madre nerazzurra, dove rimase fino al 1968.
Paradossalmente il suo miglior momento interista coincise con la stagione 1966/1967, che vide la Grande Inter perdere lo scudetto all’ultima giornata e la finale di Coppa dei Campioni.
In quell’anno Cappellini mise a segno 9 goal in campionato, giocò da titolare la finalissima di Lisbona e vinse il premio Calciatore d’Oro Under 23. Dopo un anno al Varese, nel 1969 si trasferì alla Roma, voluto da Helenio Herrera. In maglia giallorossa rimase cinque stagioni, giocando 133 incontri ufficiali, con 33 reti all’ attivo.
Finì la sua carriera, prima a Como, dove si trasferì passando per Firenze, e poi in Svizzera nel Chiasso.
Giocò anche due partite in Nazionale. Fece il suo esordio in maglia azzurra a Nicosia il 22 marzo 1967 (Cipro-Italia 0-2). Nella partita successiva, contro il Portogallo di Eusebio, subentrò a Riva e segnò il gol del pareggio.