AmarcordIl Pallone

QUANDO BECKENBAUER VINSE IL PALLONE D’ORO, NEL ’72

 
di Massimo Prati
 
Il 26 dicembre del 1972, Beckenbauer vinceva il suo primo pallone d’oro, classificandosi davanti ai connazionali Gerd Müller e Günter Netzer. L’annata fu per lui sicuramente di grande livello: il “Kaiser” aveva vinto il campionato tedesco col Bayern e i campionati europei alla testa della sua nazionale.
Ricordo di avere visto alcune partite degli Europei del ’72 e, in quasi tutti gli incontri di quel torneo, non solo Beckenbauer, Netzer e Gerd Müller non davano tregua agli avversari ma spesso lasciavano il segno.
Ma il grande difensore tedesco, allora ventisettenne, era da molto tempo un giocatore affermato e apprezzato, sia a livello nazionale sia a livello internazionale.
Nato a Monaco di Baviera l’11 settembre del 1945 e cresciuto nelle giovanili della squadra bavarese, il grande difensore ne diverrà il simbolo, giocandoci per quasi vent’anni, fino al 1977, quando cioè ci sarà il passaggio ai newyorkesi del Cosmos, club nordamericano che, in quegli anni, schierava un grande bomber italiano come Giorgio Chinaglia e i campioni del mondo a Messico ’70, Pelé e Carlos Alberto.
Dicevo che nel 1972, anno del conferimento del suo primo Pallone d’Oro, il “Kaiser” era già da molto tempo un giocatore di fama internazionale. In effetti, nei Mondiali del 1966 in Inghilterra, Franz Beckenbauer (allora poco più che ventenne) fece parte della “Manschaft”. Da allora, a lui è associata la figura del libero moderno: un giocatore capace cioè di difendere, impostare e, quando se ne
presenta l’occasione, anche di andare in gol.
Nei Campionati del Mondo del 1966, per esempio, si registrano quattro sue reti: una doppietta alla Svizzera, in un sonoro cinque a zero a danno degli elvetici, più una rete all’Uruguay (altra larga vittoria dei tedeschi per quattro a zero) e poi la rete del raddoppio tedesco sull’Unione Sovietica, con un forte tiro di destro da quasi una trentina di metri, quando a difendere la porta dei russi c’era il grande
Lev Yashin (risultato finale: Germania-URSS 2 a 1).
Il torneo, però, finì con la vittoria in finale dell’Inghilterra proprio sulla Germania: fu un quattro a due per gli inglesi, con un gol controverso dei padroni di casa che è passato alla storia come il “gol fantasma” (la palla non aveva completamente varcato la linea della porta tedesca, ma la rete fu convalidata lo stesso).
Ma, per rimanere in tema di campionati del mondo, la Germania si prese la rivincita in Messico quattro anni dopo vincendo tre a due proprio contro gli inglesi e fu Beckenbauer ad aprire le marcature della Germania in quella partita, iniziando una rimonta che portò al risultato finale di tre a due per i tedeschi.
Era una Germania che alcuni considerano la più forte di sempre (anche rispetto a quella del ’72 o del ’74), Maier tra i pali, Schnellinger, Schulz, Berti Vogts, Höttges, e lo stesso Beckenbauer in difesa; Haller e Overath a centrocampo; Müller, Grabowsky, Seeler e Libuda in attacco. Invece, come è noto, la “Manschaft” fu eliminata in semifinale dall’Italia, nella “partita del secolo”, e dovette accontentarsi del terzo posto. Comunque, dopo i mondiali del ’66, ancora una volta, nel 1970, il “Kaiser” saliva idealmente sul podio, anche se non da trionfatore ma per il bronzo del terzo posto. Per l’oro avrebbe dovuto aspettare il 1974.
Infatti, fu in quell’anno che la Germania, dopo circa un decennio di piazzamenti mondiali ad alto livello, vinse il campionato del mondo, imponendosi su un’altra grande squadra di quel periodo: l’Olanda di Johan Cruijff. Ma i tedeschi si rivelarono essere squadra superiore anche a quella olandese. Di quella formazione tedesca, oltre a Maier, Höttges, capitan Beckenbauer, Berti Vogts, Overath, Netzer, Gabrowski e Gerd Müller, che avevano già partecipato alle edizioni dei precedenti mondiali, altri nomi che mi vengono in mente sono quelli di Breitner, Cullmann, Bonhof e Schwarzenbeck, che erano al loro primo campionato del mondo (ma di questo si parlerà più avanti).
Nella lunga carriera di Beckenbauer, un altro anno cruciale è sicuramente anche il 1976: conquista della Coppa dei Campioni (in finale per uno a zero sul Saint-Etienne), conquista della Coppa Intercontinentale (battuti in finale i brasiliani del Cruzeiro di Belo Horizonte per due a zero) e secondo posto agli europei in Yugoslavia con la nazionale tedesca.
E, a coronamento di quella favolosa stagione, arriva anche il secondo Pallone d’Oro. Quell’anno il Kaiser, nella graduatoria stilata dalla stampa accreditata, supera di molti punti l’olandese Rob Rensenbrink e il cecoslovacco Ivo Viktor (più indietro ancora, troviamo Kevin Keegan e Michel Platini).
A quei tempi Beckenbauer aveva già segnato una settantina di gol. Risultato davvero notevole, se si pensa che stiamo parlando di un difensore. E, prima di appendere le scarpe al chiodo, i suoi gol si avvicineranno al centinaio.
Dopo la già citata esperienza con i newyorkesi del Cosmos, dal 1977 al 1983 (inframmezzata da due stagioni all’Amburgo), Franz Beckenbauer incomincia la sua carriera di allenatore. In veste di “Mister”, il “Kaiser” conquista un
campionato con il Bayern nel 1994. Sempre con il club bavarese, in qualità di allenatore, Beckenbauer vince la Coppa UEFA nel 1996 (vittoria contro la finalista Bordeaux: due a zero all’andata e tre a uno al ritorno).
Infine, da Commissario Tecnico della Germania, il “Kaiser” arriva secondo ai mondiali di Messico ’86 e poi vince i Campionati Mondiali di Italia ’90, alla testa della nazionale di un paese che vive la fase di riunificazione tra Germania Est e Germania Ovest (conclusa nell’ottobre di quell’anno).
IL PALMARÈS DA CALCIATORE
Cinque campionati tedeschi: 4 col Bayern Monaco: 1968-1969, 1971-1972, 1972-1973, 1973-1974 e uno con l’Amburgo: 1981-1982.
Quattro Coppe di Germania: con il Bayern di Monaco: 1965-1966, 1966-1967,
1968-1969, 1970-1971.
Tre Coppe dei Campioni con il Bayern di Monaco: 1973-1974, 1974-1975, 1975-1976.
Una Coppa delle Coppe con il Bayern di Monaco: 1966-1967.
Una Coppa Intercontinentale con il Bayern di Monaco: 1976.
Un campionato d’Europa, con la Germania Ovest: Belgio 1972.
Un Campionato mondiale, con la Germania Ovest, nel 1974, in Germania Ovest.
Un secondo posto agli europei in Yugoslavia nel 1976.
Due volte Pallone d’oro: nel 1972 e nel 1976.
IL PALMARES DA ALLENATORE.
Un Campionato tedesco, con il Bayern di Monaco, nella stagione 1993-1994.
Una Coppa UEFA, con il Bayern di Monaco, stagione 1995-1996.
Un secondo posto al mondiale del Messico nel 1986.
Un Campionato mondiale, con la Germania Ovest, a Italia ’90.
Massimo Prati, “Il Calcio Anni ‘70. Primo Volume 1969-1974”, Urbone Publishing, 2022.
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