AMARCORD. LA VITTORIA DELLA COPPA ITALIA E CORNO CHE SPICCO’ IL VOLO…
Momenti fulgidi di basket, come quello vissuto a Capri, in occasione della vittoria della Coppa Italia, manifestazione che le Viterbesi vinsero addirittura due volte di seguito. Da più parti si cercò di sminuire il doppio successo, ritenendo la Coppa qualcosa di secondario, dimenticando – però – che precedentemente era stata appannaggio di formazioni storiche come la Geas e la Standa, pietre miliari della pallacanestro femminile. Dopo la vittoria della Sisv Italbyte – nel 1984 – la Coppa Italia venne sospesa, per riprenderla poi dieci anni più tardi.
A Capri, in quella finale contro l’Avellino, l’intero pubblico di casa “adottò” le biancorosse allenate da Aldo Corno, sostenendole con un gran tifo dall’inizio alla fine.
Fu anche l’ultimo giorno per l’allenatore, lanciato da Viterbo nel grande basket, che diventerà – poi – il più titolato mai esistito in Italia.
Il richiamo delle grandi società portò Corno verso lidi più prestigiosi e trofei straordinari: gli subentrò Minervini, anche lui presente sugli spalti di Capri in quella finale, cosa che non piacque molto ai fans del tecnico romano, nato nel 1950, sempre elegante a bordo campo. Accanto a lui spesso compariva la moglie, Antonella Ferrante, già capitana della Juventus Roma, che convinse Corno ad allenare e salvare dalla retrocessione, qualche anno prima.
Per lui la palla a spicchi per tutta la vita. A cominciare dagli anni in cui giocava nella capitale nel settore giovanile e dove aveva tra i compagni di squadra Francesco De Gregori.
A Viterbo è rimasta la sua impronta con tante gare memorabili. Forse la più bella rimarrà sempre quella contro Vicenza, decisa da uno strepitoso canestro da tre punti dall’angolo di Roberta Serradimigni, eccezionale talento sassarese strappato alla vita a soli trentadue anni, in un incidente stradale.
Vicenza era stata molto spesso una “bestia nera” a Viterbo e quel sorpasso vincente in extremis fece venir giù il Palazzetto dello sport, dove non c’era un posto libero neanche a pagarlo oro.
E proprio per questo la vittoria di Capri lasciò un retrogusto amaro, per via di quel divorzio che nessuno avrebbe voluto. Un velo di tristezza si posò su quel momento vincente. Anche nella cena del dopo gara, con tanto di canzone napoletana che faceva da gradevole sottofondo. Ma non ci fece caso quasi nessuno, perché il pensiero fisso rimaneva quello. Il distacco.