GIUSEPPE CALCAGNI, L’EX RAGAZZINO TERRIBILE: DA CAPRANICA IN GIALLOBLU
Giuseppe Calcagni, ex ragazzino di Capranica, aveva esordito quando aveva addirittura poco più di quindici anni e mezzo, nella trasferta di Iglesias, a fine campionato, chiamato dal compianto tecnico Oscar Lini.
Nella stagione successiva arrivò Cerusico in panchina, che si portò i suoi veterani, per cui Calcagni continuò a giocare negli Allievi. Ad un certo punto della stagione, però, anche il navigato tecnico romano si rese conto delle qualità tecniche e lo chiamò un paio di volte. La prima volta da titolare fu alla ventiduesima giornata, con la Viterbese ancora in corsa per il primato. Fu contro l’Elettrocarbonium, che aveva tra i pali Grigioni, esattamente colui che poi diventerà affermatissimo preparatore dei portieri nella Lazio in serie A. A Narni Scalo in campo c’erano tanti ragazzi locali, che giocavano, senza “minutaggio” o obblighi vari. C’erano Bina, Mecocci, Rossi, Romagnoli, Gasperini, Cioccolini. Eppoi Calcagni, il baby capranichese che realizzò una incredibile. Il primo gol su una azione lineare in cui Calcagni fu più lesto dell’avversario che lo marcava a uomo, mentre il secondo fu un’azione proprio di Vincenzino Rossi, che gli fece un assist che Giuseppe tramutò in gol, in una giornata per lui indimenticabile. Poi più nulla per un paio di anni, forse perché era troppo giovane, non ancora maturo per assumersi una responsabilità del genere.
Che non seppe poi più, per un paio di anni, replicare, forse perché troppo giovane e non ancora maturo per assumersi una responsabilità del genere. Si eclissò temporaneamente dai radar per riemergere nel finale di stagione del primo anno della gestione-Sivori, con Abbatini allenatore. Un finale di stagione con diverse vittorie e anche la storica amichevole con la Juventus alla Palazzina, che finì sul tre a tre.
Ormai, nonostante ancora giovanissimo, era pronto per tornare un primattore e lo fece nello squadrone che vinse il campionato di Promozione, in mezzo a gente espertissima, come Manfra, Salvati e Ettore Groppi, il centrocampista che lui ammirava e che gli dispensava consigli utilissimi.
Avrebbe potuto giocare altri dieci anni in gialloblù, oppure avrebbe potuto fare il grande salto, ma ci si mise di mezzo un problema di salute e la preposta commissione medica, diretta dal noto dottor Zeppilli, gli revocò la cosiddetta licenza, il beneplacito per poter svolgere attività agonistica.
DAL LIBRO “DIECI”