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IL CAPOLAVORO DI BARAZZUTTI, CONTRO VILAS, A MONTECARLO ’83

1983: Barazzutti è già entrato nella fase discendente di una carriera impreziosita dalla vittoria in Coppa Davis in Cile nel 1976 e tre altre finali nel 1977, 1979, 1980, due semifinali Slam a Forest Hills nel 1977 (battuto 7-5 6-3 7-5 da Connors) e a Roland-Garros nel 1978 (demolito, ma poteva essere altrimenti?, da Borg 6-0 6-1 6-0), una partecipazione al Masters e si è arrampicato ad un’eccellente settima posizione del ranking ad agosto, come solo Pietrangeli e Panatta prima di lui, è sceso oltre la centesima piazza in classifica, obbligato pertanto a passare attraverso le forche caudine delle qualificazioni per garantirsi un posto in tabellone.

Il torneo di Montecarlo ha in Lendl, testa di serie numero 1 e gran favorito alla vittoria, e in Vilas, numero 2 del seeding e detentore del titolo proprio contro il cecoslovacco nonchè finalista nelle ultime tre edizioni,

Barazzutti trova la sua parte liberata da qualche ingombro di troppo: entra in lizza sbarazzandosi agevolmente di un altro vecchio marpione del circuito, l’americano Harald Solomon, che fu avversario di Panatta nella gloriosa finale parigina del 1976 e che con il nostro ha un bilancio di 6 vittorie a 0, che beneficia di una wild-card in qualità di presidente dell’associazione dei tennisti per venir poi seccamente battuto dal portacolori azzurro con un duplice 6-3. Fuori Gomez, al secondo turno, Corrado incrocia Edmondson, che non è uno specialista della terra battuta, che ha pure il poco invidiabile record di essere il vincitore con la peggior classifica di una prova del Grande Slam, numero 212 quando nello stesso 1976 trionfò in finale agli Australian Open contro Newcombe, che si arrende al nostro in due set, 7-5 6-1.

Barazzutti gioca pure un ottimo tennis, ma l’ostacolo che si para al suo cospetto ai quarti di finale, vale a dire Guillermo Vilas, è di quelli da far tremare i polsi, ma a Montecarlo è l’ora di infrangere il tabù, in un match che slitta al sabato mattina a causa del perdurare del maltempo, anche se il primo set, messo in saccoccia da Vilas con un netto 6-2, non pare dover smentire le indicazioni del ranking mondiale. Nel secondo set, quando meno te lo aspetti, invece, il copione del match cambia radicalmente. Barazzutti è sempre più incisivo nel gioco di difesa, Vilas smarrisce l’ispirazione e il 6-3 che rimanda al set decisivo è cosa fatta. Al terzo set l’argentino sale 3-0 ma non basta, l’italiano infila cinque giochi consecutivi, sul 5-3 vanifica tre match-point, vede il grande avversario rifarsi sotto sul 5-4, infine chiude la sfida 6-4 qualificandosi alla semifinale con Wilander.

La bella storia di Barazzutti a Montecarlo termina qui. La fatica accumulata nel match con Vilas si fa sentire un’ora dopo quando Corrado è chiamato alla sfida di semifinale con Wilander, che con Taroczy, il connazionale Sundstrom e il talento incostante di Leconte si impone comodamente in due set, per fare altrettanto con Barazzutti, 6-2 6-3.

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