‘SEMBRA IERI’ (VOL. 7). UNA VOLTA SI FACEVA IL BIGLIETTO PER IL “PRATO” …
… uno spazio in piedi nei campi sportivi – compreso lo stadio Comunale di Viterbo -dove si assisteva alla partita a prezzi popolari. Ci andavano tante persone, anche giovani, qualcuno pure con un giornale sotto l’ascella. Quante volte, negli ultimi anni, avete visto un ragazzo con un giornale in mano, dopo essere andato in edicola ad acquistarlo? Le notizie sono lì, gratis, sul computer e sul cellulare, comprese quelle per gli appassionati di calcio. Perché, quindi, andare in edicola a comprare la Gazzetta dello Sport, il Corpsort e la Repubblica? Tutto ciò che interessa ci si illude possa essere disponibile su internet, gratis sulla rete. Più che sufficiente per chi ha un interesse superficiale riguardo agli argomenti. Quel tipo di lettore, quello col giornale sotto l’ascella, si sta perdendo, anche chi comprava il quotidiano solo ogni tanto, che lo prendeva per informarsi e approfondire un determinato fatto del giorno precedente.
Perché – oggi – si dovrebbe acquistare un giornale per leggere la descrizione dello scoppio di una bomba in Siria, o in Afganistan o in Ucraina, quando i video dell’accaduto si accavallano sulla rete di continuo? Perché prendere un giornale sportivo il giorno successivo a una partita, dopo aver visto ogni gol in tempo reale, guardato i replay in streaming o letto le interviste sui siti?
Sono differenze rilevanti di un calcio che è cambiato, fino al punto di non essere più quasi riconosciuto da chi l’ha vissuto nei suoi periodi più fulgidi, quando non c’erano i procuratori di calciatori. Ora ce ne sono a centinaia, sguinzagliati sul territorio, a proporre a destra e a manca giovani virgulti, futuri campioni, mentre una volta c’erano i giocatori, silenziosi, non necessariamente timorosi, che facevano tutti da soli.