QUELLE DOMENICHE “VITERBESI” DEI RITIRI CHE NON CI SONO PIU’ …
Era una consuetudine degli addetti ai lavori, ma anche di molti sportivi, che sfidavano il gran caldo della seconda metà di luglio per essere presenti nei ritiri del calcio viterbese, nella sua massima espressione, quella che piaceva a tutti. I ricordi sono tanti, come la nostalgia. I ricordi di un ritiro nel ’91 a Ussita iniziato con Berrettini con soli nove giocatori, subito dopo il ripescaggio della retrocessa Viterbese. Durante il ritiro, dalla Valnerina arrivarono molti giocatori e venne creata una delle squadre più belle a Vedersi che si ricordino. In precedenza ricordi ancor più sfumati, quelli dell’eremo di Sant’Angelino a Vetralla, o di uno abbastanza artigianale improntato a Capodimonte, oppure a Valentano, “regno” dell’allora presidente Natali. E’ degli anni novanta il ritiro di Vignanello con il primo Attardi, che scrutava l’orizzonti dei tanti giovani che gli avano inviato tra i monti Cimini per capire se potessero crescere insieme al suo gruppo, come Martinetti, ad esempio.
Tra i ricordi più belli, il ritiro di Gubbio del 2003, quando mosse i primi passi quella squadra che non vinse nulla, ma che avrebbe meritato di vincere tutto. Nella splendida cittadina umbra, medioevale almeno quando la più decantata Viterbo, se non di più, c’erano addirittura due squadre dislocate in altrettanti alberghi che si distribuivano gli impianti sportivi a disposizione. La prima uscita contro il Sapri dell’ex civitonico Zottoli e il primo gol stagionale di Felice Evacuo, un giovane col nome su cui spesso si ironizzerà e che diventerà il più prolifico bomber della serie C. Ricordi e nostalgia, una formula automatica che fa parte dello sport come della vita.