GLI ANNI ’70 E MONTEFIASCONE: L’AVELLINO
Montefiascone ha avuto dalla sua parte – da sempre – il bell’impianto che possiede. Ciò ha attratto, unitamente al clima ideale, tante società a svolgere all’ombra della Rocca la preparazione precampionato.
Ricordiamo, ad esempio, l’Avellino di Paolo Carosi, che avemmo il piacere da seguire durante il precampionato, alle fine degli anni settanta. Quell’Avellino che aveva un giovane promettente di scuola-Lazio, Maurizio Montesi (che poi si ritrovò immischiato nel primo “calcioscommesse”), il quale contribuì nella stagione 1977-78, con 21 presenze all’attivo, alla storica promozione degli Irpini in Serie A. Partì proprio da Montefiascone la scalata della formazione biancoverde alla massima serie, dove rimase a lungo. Ci piacque molto Carosi, quell’allenatore che il diesse Franco Landri scelse per il campionato di serie B. Era poco conosciuto: al suo esordio in campionato, pareggiando contro l’Ascoli, che arrivò prima in classifica, gli fu addirittura incendiata la macchina per contestarlo.
Ma strada facendo tutti furono costretti a ricredersi, perché fu l’artefice di una stagione d’oro. L’11 giugno del ‘78 arrivò il suo trionfo a Genova, quando un gol di Piga (uno dei due gemelli sardi) contro la Sampdoria fece volare l’Avellino in serie A.
Una grande soddisfazione per il tecnico romano, il quale, forse, si era legato al dito le contestazioni iniziali e decise di trasferirsi alla Fiorentina.
Il capitano di quella squadra era un libero possente, che mai potevamo immaginare che avremmo rivisto tutti i giorni – esattamente 30 anni dopo – sulla panchina della Viterbese. Era Totò Di Somma, ragazzone di Castellammare di Stabia, che in quella difesa, che cominciò a muovere i passi a Montefiascone, era il regista, l’uomo in più del pacchetto arretrato.