“ZORRO” ZOTTOLI ATTACCANTE DI INIZIO ANNI NOVANTA, ECCELLENTE STAGIONE A CIVITA CASTELLANA
Angelo Zottoli, bravissimo attaccante che all’inizio degli anni Novanta dette lustro al calcio di Civita Castellana, costituendo con Gianni Boccia un tandem d’attacco tra i più forti della serie D. Una ala sinistra di quelle vere, di quegli anni, che di fatto diventava un secondo centravanti e si integrava perfettamente con il biondo attaccante che a Civita Castellana divenne ben presto un beniamino di tutti e che scelse poi la cittadina falisca per mettere su famiglia e stabilircisi definitivamente. Era – quel Civita Castellana – una squadra fortissima, nata dalla bravura del direttore sportivo Ezio Piacentini, il quale riuscì a comporre un mosaico di alta qualità, scoprendo giocatori che in pochi conoscevano, a quelle latitudini. Scovò Zottoli quando il ragazzo del ’64 giocava nel Savoia e fu uno dei tanti valori aggiunti di quella gratificante stagione in cui la squadra disputò quasi tutte le partite interne sul campo di Nepi. Zottoli – che proprio noi soprannominammo “Zorro” – fu molto corteggiato proprio grazie a quel campionato e non seppe resistere al fascino della Nocerina, nella sua Campania, ad una piazza fortemente attraente.
La carriera durò ancora a lungo, una carriera con un periodo prolungato nell’Ebolitana, dove diventò amico di Dirceu, il campione brasiliano che non voleva mai smettere di giocare al calcio e che decise di scendere in Eccellenza a quaranta anni suonati. Una amicizia interrotta dal destino, da un incidente stradale che spazzò via la vita del campione del mondo verdeoro, il quale aveva partecipato a ben tre edizioni continentali. Non aveva, però, smesso di giocare neanche nell’Eccellenza campana, perché andò in Messico e anche nelle periferie brasiliane. Nelle prime ore del mattino del quindici settembre ’95 era in auto a Rio de Janeiro, insieme ad un suo ex compagno di squadra all’Ebolitana, con cui aveva appena giocato una partitella.
Un veicolo che viaggiava in direzione opposta, che partecipava ad una corsa clandestina, invase la carreggiata e colpì l’utilitaria buttandola fuori strada: lo schianto fu terribile ed entrambi perirono sul colpo. Zottoli pianse lacrime amare – come tanti da quelle parti – per quell’amico che in campo gli aveva insegnato tanto, ma anche il bello della vita, l’amore per la famiglia.
(DAL LIBRO “ABC le lettere del calcio”