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I GIOVANI GIALLOBLU DEL ’77

Era l’Italia che cantava “Tornerò” dei Santo California, quella del magico Torino che vinse il campionato con un punto di vantaggio sulla Juventus.

Era il calcio sano, quello in cui i giocatori non avevano bisogno dei procuratori: sapevano contrattare i propri cartellini e la loro carriera, anche sbattendo i pugni sul tavolo, se necessario. Era il calcio in cui – a livello medio – non si guadagnava molto: in quella Viterbese, ad esempio, lo stipendio era attorno alle seicento mila lire mensili. C’era anche qualche giovane, come Caporossi, che guadagnava centocinquantamila lire, ma era ugualmente felice come una Pasqua, di trovarsi lì.

Molti altri giovani viterbesi riuscitono a esordire in prima squadra, negli anni successivi, dalla retrocessione in serie D del ’77 in poi. A cominciare da quelli della squadra allestita subito, nel tentativo di risalire, e affidata ad Alberici, tecnico stimato dalla gran parte dei giocatori, ma che non fu del tutto fortunato nell’esperienza in gialloblu: non terminò la stagione e lasciò il posto a Oscar Lini.

“Fu proprio Lini – dice Mario Dini, uno di quei ragazzi che riuscirono ad avere la gratificazione della maglia gialloblu – a comunicarmi, sul pullman, che avrei giocato da titolare, quel giorno a Calangianus. Una giornata indimenticabile, quanto terribile, con pubblico ostile e pioggia a dirotto per tutta la partita. Per me – però – fu ugualmente tutto fantastico, soprattutto la vittoria, ottenuta con una “bomba” di Tarantelli su punizione.

Alberici mi dette quella e altre chances, sei partite da giocare, che, per un diciottenne come me, rappresentarono una esperienza bellissima. C’erano anche compagni di squadra eccezionali. Ricordo il compianto Manlio Morera e la sua vecchia auto A112: era talmente malridotta, che una volta rischiammo di non arrivare in tempo a Roma per imbarcarci per una trasferta in Sardegna. Eppoi Palmieri che – oltre ad essere un libero eccezionale – era di una simpatia unica: sapeva imitare tutti, in particolar modo qualche giornalista della RAI e lo stesso allenatore Alberici.”

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