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IL 22 DICEMBRE DEL GOL IMPOSSIBILE DI CRUJIFF

di Massimo Prati
 
22 Dicembre 1973. Stadio Camp Nou di Barcellona.
Barcellona-Atletico Madrid 2-1
Marcatori: Cruijff, 44′ (B); Rexach, 56′ (B); Garate, 63′ (A).
Barcellona: Sadurni, Rife (Gallego, 27′), Torres, De La Cruz, Costas, Juan Carlos, Rexach, Asensi, Cruijff, Sotil, Marcial.
Atletico Madrid: Reina, Melo, Capón, Eusebio, Ovejero, Benegas, Salcedo, Bermejo, Garate, Heredia (Abelardo, 61′), Bezerra (Luis, 85′).
“La relazione tra Ajax, tifosi dell’Ajax e Cruijff è molto, molto difficile da descrivere e da comprendere”. Questo mi dice l’amico Hans Otten del Genoa Club Amsterdam che, ovviamente, oltre a essere un tifoso del Grifo è anche un grande tifoso dell’Ajax.
Hans era presente all’ultimo match di Cruijff giocato con il club olandese: Ajax- F.C. Amsterdam 6-1 (primo tempo: 3-0). In realtà, stando a quanto riportato dal sito FCBarcelona.cat, il fuoriclasse olandese era già del club catalano da sei giorni. Comunque, il 19 agosto del 1973 contro il F.C. Amsterdam, Cruijff, dopo avere fatto tre assist mettendo in porta tre compagni di squadra, segnò la sesta rete per i lancieri.
“Quel giorno”, continua nella sua rievocazione l’amico Hans, “tra i tifosi dell’Ajax allo stadio c’erano sentimenti contrastanti. Molti supporter erano preoccupati rispetto alle ricadute, in termini di qualità del gioco, causate dalla partenza di Cruijff. Un’altra parte di tifosi si sentiva in qualche modo tradita”.
“Inoltre”, conclude Hans, “il rapporto tra i tifosi dell’Ajax e il loro beniamino, divenne ancora più contraddittorio a metà degli anni ’80, e più precisamente nel 1984, quando Cruijff concluse la sua carriera di calciatore nei ranghi rivali del Feyenoord”.
A quanto detto da Hans Otten, posso aggiungere che, ovviamente, i timori di un impoverimento tecnico dovuto alla partenza di Cruijff furono confermati. Ci fu ancora, per i lancieri, un’ultima vittoria continentale: la Supercoppa Europea del 1973, giocata nel gennaio del 1974 (per problemi di calendario). Ma quella vittoria contro il Milan (segnata da un sonoro sei a zero a favore degli olandesi, nella partita di ritorno) fu, per certi aspetti il canto del cigno del club di Amsterdam. Dopo di allora il dominio nel campionato olandese sarebbe stato esercitato per alcuni anni dal Feyenoord e poi dal PSV Eindhoven mentre, per un nuovo trofeo europeo l’Ajax, avrebbe dovuto attendere fino alla seconda metà degli anni Ottanta, cioè fino alla Coppa delle Coppe edizione 1986-1987, vinta proprio sotto la guida tecnica di Cruijff in qualità di allenatore. Ad essere precisi, tra la Coppa dei Campioni del 1973 e la Coppa delle Coppe del 1987 il numero di anni intercorsi è 14 (cifra dal forte valore simbolico per Johan Cruijff).
Comunque, per tornare al “profeta del gol” nell’estate del 1973, alcune settimane dopo il match finito 6 a 1 per l’Ajax, il nostro arrivò in Catalogna.
“A Barcellona Cruijff è molto amato”, mi spiega Marc Ferrer, dei Grifoni Barcelona che ovviamente è anche un appassionato tifoso blaugrana, “Arrivò tra fine agosto e inizio settembre del 1973. Inizialmente poteva disputare solo amichevoli e fece il suo debutto con il Cercle Brugge KSV, il 5 settembre di quell’anno. Vinse il Barça sei a zero”.
Quel giorno il Barça scese in campo con Sadurni, Rife, Gallego, De La Cruz, Juan Carlos, Costas (Cos), Rexach, Sotil, Cruijff, Asensi, Juanito. In quella partita, Cruijff segnò tre gol, gli altri marcatori furono, Juanito, Rexach e Laredo
In effetti, a causa dell’ostracismo della Associazione Spagnola di calcio e la scarsa collaborazione di quella olandese, il transfer di Johan Cruijff tardava ad arrivare. Poi, nel giorno di sabato 27 ottobre, finalmente l’agognato documento arrivò.
L’indomani, il profeta del gol fece il debutto ufficiale in campionato con il Barcellona, in una partita casalinga contro il Granada. Gli andalusi riuscirono a resistere fino al 42′, poi, Marcial fece il primo gol su colpo di testa. Altro marcatore dei catalani fu Sotil. Alla fine, il Barça vinse per quattro a zero e Cruijff quel giorno fece una doppietta, con gol al 50′ e al 69′. Molto bella la seconda rete dell’olandese: un tiro al volo da fuori area.
Stiamo dunque parlando della stagione 1973-1974. In quegli anni la penisola iberica stava riassaporando, o stava per riassaporare, uno spirito di libertà. Nell’aprile del 1974, in Portogallo sarebbe stata fatta cadere la pluridecennale dittatura, retta da Salazar prima e da Caetano poi. E, l’anno dopo, anche in Spagna, a seguito della morte naturale del Generalissimo Francisco Franco, si sarebbe avviata la transizione dalla dittatura alla democrazia. Questi primi segnali di cedimento del regime spagnolo avevano avuto anche delle ricadute sul piano linguistico e sportivo: nel 1973 fu ripristinata la denominazione sociale originaria del club catalano che torno a chiamarsi Football Club Barcelona, dopo che, a partire dal 1939, gli era stato imposto il nome di Club de Fútbol Barcelona.
Nel 1973 e nel 1974, però, il regime franchista da un lato esercitava ancora spietatamente il potere e dall’altro subiva attentati come quello che, nel dicembre 1973, portò alla morte del Generale Carrero Blanco. A quegli anni risalgono anche le ultime esecuzioni della pena di morte con la “garrota”. L’ultima in assoluto, fu quella dell’anarchico catalano Salvador Puig Antich, alle 9.40 di sabato 2 marzo 1974 nella corte della prigione provinciale di Barcellona (nello stesso giorno ci fu anche l’esecuzione di un altro detenuto per reati penali).
È in questo quadro dunque che si collocava l’arrivo di Cruijff. In una Spagna, e in particolare in una Catalogna, che anelava alla libertà e che vedeva la democrazia come un traguardo cronologicamente vicino ma che si trovava ancora sotto una dittatura che applicava appunto la pena di morte; un paese in cui si reprimevano gli scioperi uccidendo i dimostranti a colpi di mitra, come capitò ancora fino al marzo del 1976, nella città basca di Vitoria.
Ma, ritornando alla stagione calcistica 1973-1974, per il Barcellona, quella stagione era iniziata piuttosto male: sconfitta fuori casa con l’Elche, pareggio interno col Santander e poi sconfitta esterna con il Celta Vigo, seguita poco dopo da una sonora sconfitta a Nizza che comporterà l’eliminazione dalla Coppa UEFA. Poi dopo la vittoria nel derby, altra sconfitta esterna con il Real Sociedad e pareggio interno con il Real Madrid. In pratica, i catalani, a parte il derby, avevano pareggiato tutti i match casalinghi e perso tutte le partite in trasferta. Ma, a partire dall’esordio ufficiale di Crujiff, il Barcellona vince una dozzina di partite di seguito, con l’eccezione di un paio di pareggi con Murcia e Real Zaragoza. Le vittorie sono fatte ai danni di Granada, Athletic Bilbao, Lleida, Sporting Gijon, Malaga, Oviedo, Atletico Madrid, Valencia, Las Palmas, Elche, Santander e Celta. Una lunga serie di vittorie che si interrompe con il pareggio nel derby di ritorno con l’Espanyol.
Per rivedere un’altra sconfitta del Barcellona ci vorranno più di cinque mesi: 28 aprile 1974, giorno in cui l’Atletico Madrid vince due a zero contro il club catalano.
Alla fine di quella marcia trionfale, che comprende una vittoria per cinque a zero contro il Real Madrid, il Barcellona vincerà il suo nono titolo nazionale. Erano 14 anni che non succedeva. Cruijff segnò 16 gol. Ma la rete passata alla storia è sicuramente quella segnata nella partita contro l’Atletico Madrid, il 22 dicembre 1973. Una rete che la stampa spagnola chiamerà “el gol imposible”.
Prima di rievocare questa rete, però, può essere utile fare un salto temporale in avanti e ricordare un gol di Cruijff con gli Orange al Campionato del Mondo. La partita è Brasile-Olanda, a Dortmund, il 3 luglio 1974. Ultimo incontro della seconda fase a gironi. Olanda e Brasile si trovano appaiati in classifica a quattro punti, ma gli olandesi sono in vantaggio per la differenza reti. Chi vince va in finale. Partita caratterizzata da falli, scorrettezze, una mezza dozzina di gialli e una espulsione per i brasiliani. Al 65′ gli orange conducono per uno a zero grazie a un gol di Neskens, quando Krol si invola sulla fascia sinistra, crossa al centro per Cruijff che segna colpendo al volo di interno destro.
Il gol del 22 dicembre 1973 al Camp Nou di Barcellona, contro l’Atletico Madrid, per certi aspetti è speculare a quello che Cruijff aveva segnato al Brasile: Rexach scende sulla fascia di destra, si accentra, supera un avversario sul limite, fa partire un cross di sinistro che supera l’area piccola di Miguel Reina e imbecca Cruijff sul lato opposto. L’olandese si lancia in avanti, colpisce di esterno destro e indirizza la palla sul primo palo alle spalle del numero uno dei “colchoneros”. Un gol da antologia che rimarrà ad eterna memoria nella Storia del calcio.
Come ho anticipato, si dice che la stampa spagnola, all’indomani del match, descrisse la rete segnata all’Atletico come il gol impossibile dell’olandese e si dice che sia quella l’origine del soprannome dato a Johan Cruijff che da quel giorno fu definito appunto l’olandese volante.
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