IL TENNIS AI TEMPI DI “RE GIORGIO”!
Nel tennis ci ho trovato molto spesso eleganza. La stessa eleganza di Giorgio Barili, che fu tra coloro che dette una casa al tennis viterbese, che contribuì alla sua crescita. La sua dialettica inimitabile – per competenza e chiarezza – ha sempre contraddistinto le risposte alle interviste che gli feci nel corso degli anni. Anche nel dicembre del duemiladieci, in occasione della premiazione della Stampa sportiva, quando annunciò con dolore che il circolo non si sarebbe più potuto permettere di continuare a spendere quelle cifre per le campionesse eccezionali che avevano portato Viterbo nella storia del Femminile, con i cinque scudetti consecutivi conquistati.
Eleganza e dialettica, appunto, rimaste intatte anche nell’estate di sei anni dopo, insieme al figlio Fausto, alla presentazione del mio libro, direttamente nel giardino del circolo da lui creato. Non era stato molto bene negli ultimi tempi, ma tutti i presenti, quel giorno, rimasero colpiti dalla grande forma e dall’energia di “Re Giorgio” davanti al microfono.
Non era più quello dei cinque scudetti, quello che mise in piedi la struttura, ma si difendeva bene. Ne aveva vista tanta di acqua passare sotto i ponti. Il tennis, però, era ancora nel suo cuore, oltre che nei ricordi vivissimi, quelli che raccontava con la solita facilità lessicale.
Ne era passato di tempo da quando, all’inizio degli anni Sessanta, la famiglia di imprenditori dei Taurchini, allora anche proprietaria delle Terme Salus, mise a disposizione un appezzamento di terra attiguo, cedendo alla pressione dell’entusiasta Giorgio Barili, che voleva creare anche a Viterbo un polo attivo su cui riversare tutto il suo amore per il tennis. Nel Sessantatré i due campi in terra rossa, con tribunetta annessa, erano pronti, con Barili e pochi altri all’opera. A quel punto necessitava fare proseliti, visto che in quegli anni il tennis non era né conosciuto, né diffuso.
Un gruppetto di amici, per la verità, ci stava provando, giocando come poteva nel campetto in terra – non rossa – ricavato accanto allo Chalet di Porta Fiorentina, sotto le mura, dove poi venne costruito il rettangolo in cemento per il basket. Oppure, qualche volta, si ritrovavano a scambiare qualche pallina in un piccolo campetto ricavato presso il Convento delle Suore di San Sisto di Porta Romana. Si giocava come capitava, senza fondamentali e senza esempi particolari da seguire, visto che non esisteva il tennis in tv. E un giorno capitò da quelle parti Giorgio Barili, che parlò a lungo con Nicola Affinita e gli altri, spiegando tutti i dettagli della novità del neonato Tennis Club, che si cercavano tesserati per creare un bel gruppo su cui far poggiare l’attività della nuova realtà sportiva.
Accettarono in molti – anche se l’unico che giocava veramente bene era proprio Giorgio – e si costituì il primo Consiglio del Tennis Club, con David Natalini presidente, personaggio che contribuì alla crescita di una realtà importante, arrivata, come detto, a festeggiare i suoi sessanta anni di vita come poche altre realtà della provincia di Viterbo.
Ben presto diventò un gruppo di amici e il circolo un appuntamento da non mancare, dove ci si divertiva, si giocava anche a biliardo e a carte. C’era tanta gente che ogni giorno si sedeva sulla tribunetta, incuriosita da quella novità, cercando di capire, immaginandosi, prima o poi, di imbracciare la racchetta su quei campi in terra rossa.
Molti diventarono soci, altri mollarono, non ritenendosi adatti all’uopo, ma la curiosità rimase per anni, anche quando il Torneo di Santa Rosa campeggiava sui “giganteschi” manifesti cartacei affissi per le vie della città, insieme a tutti gli altri eventi del “Settembre Viterbese”.
Nicola Affinita, Serio Salani, Sergio Favero e Roberto Marcoaldi, continuarono a divertirsi con la racchetta, imparando sempre qualcosa di nuovo, pur rimanendo sempre nell’ambito dell’amatoriale che solo Barili era riuscito a oltrepassare, partecipando a vari tornei, sempre con la passione sfrenata e la voglia di giocare. Passione estrinsecata pure partecipando alle manifestazioni tennistiche riservati agli avvocati e ai giornalisti, anche quando già aveva superato la cinquantina.
Con la scomparsa di Giorgio Barili si chiude la pagina più importante della storia del tennis viterbese: rimarrà indelebile il carisma e lo spessore di un personaggio unico nel cuore di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di vederlo all’opera. “Re Giorgio” non c’è più, ma tutto ciò che ha costruito rimane!