IL “PING PONG” NELLA TUSCIA
Era uno dei divertimenti maggiori dei ragazzi, prima che assumesse il nome di tennis tavolo, che diventasse un vero sport. Per gente come lo stesso Baleani e Paolo Simoni – invece – ha rappresentato una passione continua, a favore di Viterbo e dell’intera provincia, terre che hanno avuto spesso un ruolo rilevante nel tennis tavolo nazionale.
Negli anni ‘70 nasce la Stella Azzurra Viterbo, prima società con un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’intero sistema. Sarà seguita da Montefiascone – di cui si ricorda il coriaceo Natale Carelli – e Tarquinia, con il talentuoso mancino Massimo Pichetti.
Il promotore di tutto fu Vittorio Brinchi, dirigente della società stellata: grazie a lui si svolse a Viterbo, nel 1975, l’incontro internazionale Italia – Svizzera, valido per le qualificazioni al campionato europeo. Stabilì un contatto con il tecnico Roberto Migliarini, che viveva a Roma, ma che – essendo un appassionato pescatore – aveva anche una casetta sul lago di Bolsena.
Il venerdì pomeriggio, prima di raggiungere il suo “rifugio”, si fermava a via Oslavia e insegnava i fondamentali tecnici ai suoi allievi, da cui emersero i quattro “moschettieri”, Giovanni Baleani, Vincenzo Brinchi, Francesco Currò e Giorgio Della Rocca, i quali, partendo dalle serie minori, arrivarono a sfiorare la promozione in serie B, perdendo la gara decisiva contro l’Endas Terni.
Gli incontri a squadre, per regolamento, sono disputati da tre giocatori e la Stella Azzurra ne aveva quattro, tutti decisi a disputare quel decisivo incontro. Nessuno, però, si prese la “briga” di scegliere la formazione e si optò per una strana selezione. Ognuno dei quattro scrisse la sua propria formazione ideale e al tavolo si avvicendarono i tre più votati. Questa situazione contribuì a creare un grande nervosismo, che favorì la sconfitta e – di fatto – la fine di quella esperienza.