AmarcordUS Viterbese

LA VITERBESE CHE VINCEVA IL CAMPIONATO DI PROMOZIONE!

Il primo maggio di trentadue anni fa il grande evento per una Viterbese che vinceva il campionato di Promozione e tornata in serie D.

Un gruppo di fortissimi giocatori, un potenziale che oggi varrebbe – più o meno – l’attuale serie C, con individualità di spicco in ogni reparto, sotto la guida di Loiacono, scomparso qualche anni fa.

COSI’ LA CLASSIFICA

 Viterbese 43 30 16 11 3 34 14 +20
 Pomezia 38 30 13 12 5 28 17 +11
 Ladispoli 38 30 13 12 5 47 29 +18
 Fiumicino 33 30 12 9 9 32 25 +7
 Villalba 33 30 12 9 9 30 29 +1
 Spes Montes. 32 30 9 14 7 34 23 +11
 Trevignano  32 30 11 10 9 30 25 +5
 Acilia 30 30 10 10 10 30 27 +3
 La Rustica 30 30 7 16 7 23 24 -1
 Romana Gas 29 30 9 11 10 26 33 -7
 Rieti 26 30 11 5 14 29 33 -4
 Monterotondo 26 30 5 16 9 27 32 -5
 Etruria Marta 26 30 6 14 10 23 29 -6
 Casalotti 24 30 7 10 13 19 32 -13
 Montespaccato 21 30 5 11 14 22 38 -16
 Amat.B.N.L. 18 30 2 12 16 18 44 -26

DAL LIBRO “QUANDO I CALCIATORI AVEVANO I BAFFI”

Nata in sordina, appena i trionfalismi dell’arrivo a Viterbo di Sivori si erano sopiti. Le ambizioni accartocciate dentro agli insuccessi sul campo che ne seguirono. Chi si era esposto con grande evidenza e platealità si ritirò dietro le quinte e fece lavorare altri, nel timore che tali insuccessi potessero ripetersi e che la piazza si ribellasse.

In quella dell’87 – di Viterbese – non mancavano gli Argentini, anche se, ora, erano collaterali al gruppo portante, il nucleo romano dei vari Manfra, Groppi e Salvati.

Era lo zoccolo duro, quello che giocava bene e sapeva tenere saldamente in mano lo spogliatoio. Oltre che gli avversari.

In una squadra così ben assemblata non mancavano neanche i giovani locali. Nessun obbligo federale li spingeva sul terreno di gioco, ma soltanto la loro bravura e di chi li sapeva scegliere e formare. Era la stagione 87/88. Con tanti esponenti di quella formazione, anche per motivi anagrafici, è stato abbastanza facile mantenere dei rapporti pure a “calcio finito”. Con Manfra resiste a tutt’oggi una grande amicizia e altrettanta stima, con scambi continui di consigli e indicazioni sul calcio che si continua a seguire, noi dietro un computer e lui da bravo direttore sportivo.

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