AMARCORD. DECANI DEL GIORNALISMO: ANGELO PESCIAROLI
“Nella vita di molti di noi, quando gli anni cominciano a passare sempre più velocemente, arriva un momento in cui vien voglia di non guardare più indietro. Il pensiero che addormenta la mente dice: basta ho già dato. Ed è un momento terribile, come se una macchina dall’interno ti dicesse: è inutile che tenti, il meccanismo ormai si è inceppato, non è più riparabile.
Ma fortunatamente ci sono le eccezioni e dopo una vita passata prima davanti ai tasti di una “Olivetti Lettera 32” e poi a quelli di un computer, chi ha fatto giornalismo, a qualsiasi livello, può dirsi fortunato: i ricordi infatti hanno lo stesso peso, sia che riguardino un allenatore giramondo come Claudio Ranieri, passato dai sacrifici della Vigor Lametia che faceva centinaia di chilometri nelle trasferte in pullman, allo sfarzo del magnate russo che acquistò il Monaco Montecarlo, sia che riguardino la provincia in cui si è vissuti, talvolta a pochi metri dal polverone dei campi di terra battuta.
Ringrazio Claudio Di Marco che mi offre la possibilità di tornare indietro nel tempo. E di rivedere mentalmente tanti uomini di calcio che hanno segnato la mia vita. Tanto più se molti di quei personaggi sono legati alla mia stessa terra, la Tuscia, anche se io sono venuto alla luce dall’altro lato del Cimino, a Canepina, dove mio padre, militare di fanteria tornato dalla campagna di Russia, fece anche il sindaco in un momento in cui era difficile per tutti mettere insieme due pasti al giorno”.
Angelo Pesciaroli (2015)