IL CONCORSO LETTERARIO “ALESSIO”….
… A CUI HA PARTECIPATO C. DI MARCO, NELLA SEZIONE “TEMA LIBERO”
Un viaggio indimenticabile per il cronista di provincia
All’orizzonte la grande occasione della partita tra una squadra di serie A – la Sampdoria-e una di serie C, seguita da tanti lustri dal cronista di provincia, che nessun ottimista, avrebbe mai potuto prevedere.
E allora il pensiero è corso, guarda caso, agli anni dell’infanzia e delle Figurine Panini, che hanno contribuito non poco allo sviluppo di quella “passionaccia” per il pallone. La televisione non tutti l’avevano, la radio si ascoltava quando capitava, ma dalle figurine si imparava a conoscere i giocatori e a creare l’immaginazione fatta di scenari inavvicinabili. In quei ragazzini, chiaramente, non c’era la preparazione adeguata, per cui, non ci si preoccupava più di tanto di capire se Sampdoria, Spal e Atalanta fossero solo delle squadre o anche i nomi delle città.
Tutto è pronto per la gara, per la serata di Genova. Una domenica speciale, che – come detto – ha stravolto le abitudini di molti sportivi di proincia, per i quali agosto significa essenzialmente mare, spiaggia, ombrellone. Alle ore diciannove la squadra ospite – quella che vive questa importante opportunità – entra per “assaggiare” il fondo del campo, perfetto rispetto a quello malridotto di sette giorni prima ad Ascoli.
Si cominciano anche a far sentire i cinquecento arrivati dalla Tuscia, che si godono il loro momento più bello. Gli attimi del prepartita sono proprio quelli in cui si può anche sognare, tanto non costa nulla!
Genova per noi, cantava Paolo Conte: nell’immaginario collettivo della gente arrivata in Liguria da lontano ci può stare anche questo, una serata da prendersi, andando contro ogni pronostico, come quando una squadra di serie C, come detto, affronta una di serie A. E non certo per una amichevole, ma con l’obbligo – per la più blasonata – di non essere eliminata dalla Coppa Italia, davanti ai propri tifosi.
Aspettando l’inizio della partita, con uno scenario meraviglioso, inusitato per il cronista di provincia, tante immagini sono passate veloci davanti agli occhi. Tanti input indotti. Quelli di chi, comunque, nei decenni, ha seguito la serie A in tv. I ricordi di uno scudetto ai tempi di Vialli e Mancini, la Coppa dei Campioni. Ma pure ricordi targati “infanzia”, quelli delle figurine Panini, con i giocatori così inconfondibili per via di una maglietta del tutto unica.
Ricordi e memorie che hanno continuato a “muoversi”, anche quando, la mattina successiva alla TIM CUP, siamo transitati sul Ponte Morandi e su quella autostrada che non ci è mai particolarmente piaciuta, per via dei continui tunnel che infastidiscono la guida.
Esattamente il giorno prima di quel maledetto quattordici agosto, quando è venuto giù tutto, quando è crollata un’opera architettonica che difficilmente si può condividere, per essere costruita sopra le case e sopra la testa della gente, al punto di chiedersi come mai tante persone abbiano accettato di vivere in quelle condizioni.
La prima cosa a cui abbiamo pensato, dopo il crollo, è che fosse potuto essere rimasto coinvolto anche un gentile taxista che ci aveva riportati in albergo la sera, dopo la partita. L’unico che abbiano trovato, con una “corsa” già prenotata da una signora – anch’essa presente sulle tribune di Marassi – a cui abbiamo chiesto cortesemente il prolungamento del percorso per lei previsto.
“Come ha visto la Samp?” La sua seconda domanda, dopo la richiesta di destinazione, lasciata la signora sotto il portone di casa. Alla nostra risposta, “non benissimo”, una compiaciuta risposta: “son contento, visto che io tifo per il Genoa!”