Sport, Cultura, Costume

IL 2019. UN LIBRO, UN CONVEGNO, LO SPORT, LA COMUNICAZIONE

ERA IL 21 SETTEMBRE 2019 A VITERBO

Il libro che diventa convegno! E’ il caso de “Le Grandi Occasioni”, il sesto libro di Claudio Di Marco, che diventa, appunto, l’omonimo convegno, che si svolgerà a Viterbo oggi, alle ore 10.30, nella Sala dell’associazione Bridge di Via Filippo Petroselli 12, in zona Villanova.

L’iniziativa è organizzata dal comitato provinciale Csen e dall’Accademia Barbanera, con il patrocinio del Comune di Viterbo. E’ ispirata, chiaramente, dalle filosofie che hanno guidato la mano nella stesura del libro, ma seguono anche una linea parallela a livello di contenuti e di relatori, chiamati a dare un contributo interessante, anche affrontando argomenti non trattati ne “Le Grandi Occasioni”.

L’idea di parlare anche di comunicazione nello sport è un punto in comune con tutti i partecipanti, tra cui, ad esempio, GIORGIO PALENGA, presidente USSI Umbria. Già addetto stampa dell’Ascoli Calcio), apprezzato giornalista del Corriere dell’Umbria, per diversi anni redattore della sede di Viterbo e, quindi, quasi quotidianamente in contatto con l’autore del libro. Palenga avrà il compito di sviscerare il seguente argomento: “l’occasione di vedere lo sport da doppia visuale, di giornalista e da addetto stampa, con la società ascolana, quindi, in una delle sue stagioni più belle.”

Un altro valido cronista sportivo farà parte della scaletta degli interventi. FABIO MASSIMO SPLENDORE (giornalista del Corriere dello sport), che avrà come argomentazione “la grande occasione azzurra del Mondiale 2006 raccontata attraverso l’esperienza del cronista che lo seguì girando la Germania da battitore libero per il suo giornale”.

Non si parlerà solo di calcio, vista la presenza, tra gli altri, di PAOLO TOFOLI, uno dei giocatori più vincenti nella storia della pallavolo italiana, con due medaglie olimpiche conquistate e tanti titoli ulteriori in bacheca. Attualmente è allenatore del Tuscania e il suo argomento sarà: “il ciclo vincente della Nazionale, quella “Generazione di fenomeni”: una grande occasione. Cosa cambia vedendola poi dalla panchina”. 

Si parlerà poi di giustizia sportiva, di regole, di organizzazione, di direttori sportivi e di procuratori, grazie agli interventi di GIUSEPPE PATASSINI (membro della procura federale della FIGC) e ALFONSO MORRONE, presidente Adicosp (Associazione Italiana Direttori e Collaboratori Sportivi).

“La grande occasione è anche la sfida con noi stessi, con la potenzialità psicofisica necessaria per arrivare all’obiettivo”, invece, è l’argomento che sarà esposto dalla psicologa  ELEONORA DI MARCO, pure esperta di dinamiche legate allo sport.

In platea ci saranno diversi dei protagonisti del libro, che già sono stati parte attiva nelle varie presentazioni. Ad esempio uno degli alfieri della Viterbese del passato, Roberto Vuerich, che ha parlato della storica stagione del 1971, con l’altrettanto storica salvezza dell’ultima giornata. Grazie alla storia dell’ex ragazzo di Torrimpietra il libro ha potuto intrecciarsi a quella di un momento della Lazio, dove Vuerich giocò per diverse stagioni.

“Dal motorino passò, poi, a una Fiat 500, la stessa con cui accompagnava spesso a casa Dolso, giocatore friulano, più esperto e con grandi aspettative, a cui Roberto si affezionò subito. Forse per via delle stesse origini di papà Vuerich, o forse anche perché i due dividevano una stanza nell’imponente edificio di via Fiume, che la Lazio aveva messo a disposizione di gran parte dei giocatori giovani o non sposati.

Poi Dolso, un giorno, fece una scelta diversa, affittando una casa tutta sua nella lontana via Ostiense, scelta che generò una certa curiosità nel ragazzone di Torrimpietra, il quale, a volte, lo accompagnava fino a quella abitazione, per poi tornare verso Muro Torto.

L’avventura di Vuerich nella Lazio, che due anni dopo vinse lo scudetto, sarebbe potuta continuare. Gli avevano pure fatto la foto per inserirlo tra le figurine Panini, ma in quel prestigioso album, però, Roberto non ci finirà mai. La Lazio decise di mandarlo a “farsi le ossa” in provincia. E così finì – nel ‘70 – alla Viterbese, che aveva cambiato il titolare della panchina: da Merlin era passata Rambone. Con quest’ultimo acque un rapporto solidissimo, talvolta anche complicato, con il burbero e stimato tecnico campano.”

Sempre nel campo della pallavolo, ma in quello femminile, ha tenuto banco la storia di due donne, quelle che hanno contribuito a far nascere la squadra della VBC Viterbo che è approdata alla serie B nello scorso mese di maggio. Parliamo di Francesca Moretti e Alberta Conti.

“Le due s’incontrano e parlano. Parlano tanto: l’eloquenza non fa difetto a nessuna delle due, alimentate dalla medesima passione per quello sport che potrebbe vivere a Viterbo una nuova primavera. Alberta sa stimolare Francesca, che accetta: rimanda ad altra occasione il proposito di abbandonare l’attività agonistica e si mette a disposizione di un progetto importante,  aspettando ancora per mettere da parte un intero mondo sportivo per passare a quello dell’attività professionale per cui ha studiato per tanti anni, la Psicologia.”

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