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VITERBO – E’ stato da sempre nei “disegni” del presidente Romano, in quel “progetto giovane” su cui ha scommesso la nuova proprietà della Viterbese. Tra i primi ragazzi individuati, quelli da portare a Viterbo per farli diventare protagonisti, c’era, infatti, Andrea Errico, quel “peperino” nato nella capitale in un giorno non comune, il primo gennaio del ’99.
Lui – la “formica atomica” – e Volpe subito contattati, ma anche tra gli ultimi ad arrivare, soltanto perché, il Frosinone voleva aspettare ancora un po’, per capire meglio se per loro ci potesse essere uno spazio importante nella prima squadra ciociara. Quello, ormai, rappresenta il passato: il presente è stata una domenica speciale – della definitiva consacrazione – e non soltanto per i gol della vittoria sul Catanzaro.

– Ma il tuo ruolo preferito quale è?
“Io sono cresciuto, fin dai primi anni nelle giovanili, come interno di centrocampo, spesso giocando anche da centrale, talvolta pure più avanzato. A Viterbo l’allenatore mi ha schierato, prima della partita con il Catanzaro, più spesso come quinto di centrocampo e devo dire che non mi son trovato male, anche se qualche volta ci si può trovare in difficoltà in fase difensiva, soprattutto quando si incontra un dirimpettaio che spinge molto da quelle parte.”
– Quello splendido gol al Catanzaro è frutto della casualità o lo hai cercato proprio in quella maniera?
“Diciamo che non c’era nulla di preparato, solo che quando ho intuito la possibilità di poter rubar palla e correre verso la porta avversaria non ho pensato a nulla, finché non ho visto il pallone infilarsi in fondo alla rete. Poi a freddo, ripensandoci bene, mi sono ricordato che qualche altro gol simile, nei campionati giovanili, mi era riuscito di farlo.”
– Prima di te aveva già segnato Volpe: che pensi di lui?
“Penso che è un giocatore fortissimo, che, se riuscirà a stare bene fisicamente ed avere la giusta serenità, potrà fare vedere cose di pregio. E’ abilissimo di testa e con i piedi ha dimostrato che razza di gol è capace di fare, come non tutti sarebbe riusciti, con freddezza e precisione”.

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