OGGI IN EDICOLA. SUL CORRIERE DELLO SPORT INTERVISTA AL PRESIDENTE ROMANO…
VITERBO – L’entusiasmo e l’ottimismo del presidente Romano – sempre palesati da quando dirige la Viterbese – sono stati in parte ripagati dalle ultime decisioni del governo. La cassa integrazione era stata una sua grande “battaglia” fin dall’inizio della deflagrazione dell’emergenza, unica via da seguite per evitare danni irreparabili a un sistema calcistico messo in ginocchio dalla crisi epidemiologica.
“Era l’unica possibilità esistente per sistemare le cose, per mitigare gli effetti della crisi. Le difficoltà per alcune realtà erano più che evidenti e la cassa integrazione, senza dubbio, può rappresentare una boccata d’ossigeno. In situazioni finanziarie così drammatiche, infatti, togliere dal bilancio le uscite di quattro mesi di stipendi aiuterà sicuramente. C’è il limite dei cinquantamila euro individuali, è vero, ma lì si possono anche fare delle trattative con i giocatori e trovare ulteriori accomodamenti. Sicuramente va meglio alle società – come la nostra – che hanno scelto la strada dei giovani, mettendo a bilancio un budget inferiore per gli stipendi”.
– E spostiamoci su un altro fronte, quello che sta facendo parlare della serie C forse ancor più di quando si giocavano le partite. Promozioni in serie B e possibili riforme: cosa c’è da attendersi dal consiglio federale?
“Ecco, qui sono davvero preoccupato! Dalle voci e dalle ipotesi che si fanno in giro, non c’è da stare affatto tranquilli. Sarebbe una sciagura se si attuassero in corsa delle riforme radicali, sia nel caso di due gironi di serie B, sia nel caso di una serie C di élite, con conseguente categoria, chiamiamola C2. Sarebbe una offesa a una marea di società, compresa la nostra, proprio perché il tutto si baserebbe su classifiche congelate senza aver completato il campionato, quindi non su effettivi meriti. Noi, se avessimo vinto l’ultima partita di campionato, saremmo stati addirittura ottavi in graduatoria e così, invece, ci ritroveremmo a retrocedere. In quel caso faremmo un grande e, come noi, tutte le altre escluse. Diverso, invece, è programmare una riforma per la stagione successiva, ben strutturata, di cui le società siano al corrente di tutti i dettagli e scegliere la strategia più idonea ai propri obiettivi e alle proprie risorse economiche”.