QUEL MONDIALE VINTO DA TOFOLI RIVISTO IN TV …
Su RAISPORT la telecronaca di Italia-Olanda che portò a Tofoli e agli altri il titolo mondiale del 1994.
1994. La navigazione è serena, la turbolenza è alle spalle. L’Italia 1994 è semplicemente ingiocabile. Vince la quarta World League a Milano dando 3-0 in semifinale alla Bulgaria e 3-0 in finale a Cuba. La Squadra gioca nella granitica convinzione che la prima picconata a Barcellona bisogna darla adesso, rivincendo il Mondiale come solo una Nazionale è riuscita a fare nella storia dello sport italiano: l’Italia del calcio 1934 e 1938, allenata da Vittorio Pozzo. Velasco si tiene alla larga da tentazioni politiche e fa piuttosto i conti con il clima ostile della Federazione Internazionale, risentita con il nostro Paese anche per aver pasticciato con l’organizzazione del Mondiale femminile, prima assegnato all’Italia e poi dirottato in Brasile per inadempienze. Ma in Grecia giochiamo il Mondiale più bello, su livelli altissimi dal primo all’ultimo punto a eccezione di un’inopinata sconfitta nel girone contro il Giappone alla quale fa seguito una sfuriata omerica di Velasco.
Gli equilibri di squadra si rimescolano di continuo: Giani è a mezzo servizio per problemi a una spalla, ma Bernardi vive le due settimane più esaltanti della sua vita e brilla la giovane stella di Samuele Papi, schiacciatore “normale” (è alto solo un metro e 88…) che impressiona per reattività. Il Brasile saluta ai quarti, beffato da Cuba al tie-break, mentre in compenso noi filiamo come un espresso: 3-1 alla Russia ai quarti, 3-1 a Cuba in semifinale. In finale la solita Olanda: ma se nel 1992 Barcellona era filo-oranje, nel 1994 Atene è stata fatale agli olandesi del calcio (il Barcellona di Cruijff è stato umiliato dal Milan nella finale di Champions League). In tv c’è una strana situazione: su Rai3 c’è la finale, su Rai2 una sonnacchiosa e scontata Estonia-Italia di calcio, qualificazioni europee. È la sera dello storico sorpasso Auditel della pallavolo sul pallone, nobilitato da una partita giocata dai nostri a livelli stellari davanti a duemila italiani arrivati in aereo e in nave, qualcuno anche in macchina, che lottano contro l’ostilità e l’aggressività dei tifosi greci, che dal secondo anello li bersagliano lanciando monete e dadi metallici.
Momenti sublimi, come il parziale di 10-0 con cui chiudiamo il primo set rimontando da 5-10. Dopo una piccola sbandata che ci costa il secondo set inizia una sinfonia che si chiude in gloria, con la marcia trionfale del quarto set dominato 15-1. Se esiste un dio è giusto che il set point del terzo e il match point li metta a terra Luca Cantagalli, l’uomo del muro-fuori sul 17-16 di van der Meulen. Luca “Bazooka” spara un ace definitivo per il secondo trionfo iridato di fila, mentre Lollo Bernardi mai così fuori controllo scala il seggiolone e Jacopo Volpi entra nella storia con la citazione, chissà se preparata, della “generazione di fenomeni”, pezzo del 1991 degli Stadio che da quel momento in avanti diventa sinonimo della più bella pallavolo della nostra vita. «Potevamo distruggere tutto dopo Barcellona, vero? Invece siamo ancora qui. Abbiamo vinto questo Mondiale perché abbiamo perso a Barcellona, perché abbiamo saputo perdere, perché non ci siamo aggrappati allo scoglio delle recriminazioni».
«Palla attaccata per Pasinato… e siamo ancora campioni d’Europa! Abbiamo sofferto, tre ore di gioco precise, ma siamo ancora campioni d’Europa!» (Jacopo Volpi)