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LE INTERVISTE DEL ’77: GIORGIO BRAGLIA, “SANDOKAN”

Il Milan annaspa: l’ex napoletano acquistato d’estate come Sandokan, può venire buono d’inverno come salvagente

Braglia Giorgio…
«Presente, anzi assente».
– Presente o assente: si decida!
«Be’ allora… assente, purtroppo».
– Perché purtroppo?
«Perché sono presente in seno alla società, al Milan cioè, e assente, invece, dalla squadra».
– E perché tutto questo?
«Sono stato malato, e grave, pure».
– Oggi come sta?
«Sano come un pesce, così dicono almeno».
– Da quanto tempo è lontano dal Milan, da Milanello?
«Tre mesi: e sono lunghi tre mesi da passare, vero?».
– Non so, se non lo sa lei che è stato tre mesi a letto. Ma perché è stato tre mesi a letto? Lo sa che intorno al suo nome è nato un caso? Che hanno accusato Marchioro di averla, come dire, licenziato. Lei è scomparso dalla circolazione senza lasciare né traccia né indirizzo.
«Stavo male, boia di un mondo ladro, perché non mi crede?».
– Quando ha giocato la sua ultima partita in maglia rossonera?
«A momenti non lo ricordo più: ah, ecco, a settembre, in Coppa Italia a San Siro contro l’Atalanta. Da allora, fermo, neanche più un calcio al pallone. Sono stato malato».
– Qualcuno l’ha definita il malato immaginario, come quello di Molière.
«Quello di chi?»
– Di Molière, lo scrittore…
«Ah sì, no, guardi, non attacca mica con me: io sono stato male e ci sono tanti documenti e certificati medici che lo provano».
– Chi sono i medici che l’hanno curata in questi tre lunghi mesi?
«I professori del Milan, Monti e Scotti, venivano, diciamo a trovarmi una volta la settimana a Modena».
– Modena? Che c’entra Modena? Lei non gioca nel Milan? Non abita a Milano?
«Sì, ma ho famiglia a Modena. Quando mi sono sentito male per la prima volta a Milano (tutto è cominciato con un attacco di influenza) ho continuato a frequentare Milanello. Quando hanno visto che stavo male sul serio, mi hanno consigliato di tornare a casa, a Modena appunto, e di curarmi in famiglia».
 

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