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OGGI IN EDICOLA. L’INTERVISTA A CALI’ SUL CORSPORT …

VITERBO – Calì, come nella migliore tradizione … siciliana. Cognome, infatti, tipicamente siciliano, del nonno di Aimone, nonno trasferitosi nella capitale da bambino, mantenendo la tradizione, ma dando vita ad una famiglia tutta romana. Aimone Calì, come tutti i “regazzini” romani, amava il pallone fin da piccolo e il passo fu breve, quello di andare a giocare al Tor Tre teste, prima di finire sia alla Roma che alla Lazio.
“Beh, Inzaghi mi aveva visto spesso quando ci avevo giocato contro, io con la maglia giallorossa, lui sulla panchina della Lazio delle varie annate. Mi chiamò per la Primavera e fui molto contento di accettare, serbando anche bei ricordi, come la doppietta segnata contro l’Inter. Poi, a stagione in corso, Inzaghi passò alla prima squadra e al temine del campionato andai a Carrara, senza grande fortuna, così come al Racing Roma. Ero molto giovane e capitai probabilmente in situazioni societarie difficili per un ambientamento totalmente produttivo.”
– E’ una gavetta non di poco conto, nonostante la tua giovane età, soprattutto se ci si contano le due stagioni al Montespaccato, dove hai segnato la cifra record di 61 gol in due stagioni.
“Non mi lamento, neanche della scelta che feci, di scendere in Eccellenza, dopo quelle esperienze in categorie superiori che non mi avevano gratificato. Beh, l’avventura al Montespaccato è stata molto bella e sono felicissimo di aver optato per quel campionato, anziché per la serie D, dove pure avevo delle offerte. Ho segnato in tutti i modi, ma diciamo che la categoria ti aiutava un pò.”

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