DERBY. HA VINTO LA LAZIO (3-2) SULLA ROMA
(ANSA) Va alla Lazio, con merito, 3-2, il primo derby della capitale in cui si sono sfidati José Mourinho e Maurizio Sarri. Quest’ultimo non ha ancora trasmesso le proprie idee alla squadra, perché il calcio dei biancocelesti non è quello che giocavano l’Empoli e il Napoli, ma ciò che conta è il risultato.
Insomma, più Lazio di così non si poteva, mentre Mourinho masticava amaro e accusava l’arbitro, dopo aver chiamato a sè i giocatori in campo, al fischio finale per un discorso (“cosa ci siamo detti rimane fra di noi”) prima di di portarli sotto la curva sud a salutare i tifosi. Fra loro il ragazzino italo-polacco Zalewski, entrato nel finale, che ha trovato la forza di giocare nonostante nei giorni scorsi avesse perso il padre, e per questo la Roma oggi ha giocato con il lutto al braccio. Avesse segnato sarebbe stato un segno del destino, ma così non è stato e la Roma, nonostante il coraggio e la determinazione mostrati, è tornata quella di Verona, con zero punti e un gioco non esaltante anche se a tratti questa stracittadina è stata una bella partita, giocata a viso aperto da entrambe le squadre.
Mourinho, che ha una rosa limitata, oltre a prendersela con l’arbitro e il Var per una caduta in area di Zaniolo a contatto con Hysaj subito prima del raddoppio di Pedro, e per un fallo di Leiva a suo dire da secondo giallo, dovrà ora cercare soluzioni nuove in fatto di alternative e non gli sarà facile. Intanto anche oggi Villar, nazionale spagnolo under 21 e in passato paragonato, in qualche eccesso di entusiasmo, a Xavi e Iniesta , è stato mandato in tribuna nonostante fosse a disposizione. Dall’altra parte del Tevere, ottima la prova di Immobile anche se non ha segnato, compito assolto invece da quel Milinkovic-Savic che oltre ad essere un campione si diverte spesso a far male ai cugini. Una grande soddisfazione se l’è tolta Pedro, ripudiato a Trigoria e puntualmente a segno contro chi non l’ha più voluto, proprio lui che nello scorso campionato aveva segnato nel derby con la maglia della Roma. Bravo anche Reina ad opporsi con efficacia a un paio di conclusioni pericolose della Roma, che recrimina su un paio di Zaniolo, oggi tornato ad essere il migliore dei suoi. Molto bene anche Felipe Anderson, che ha letteralmente ubriacato il malcapitato Vina: mai come oggi nella Roma si è avvertita l mancanza di uno come Spinazzola. La Lazio andava in vantaggio al 10′ con Felipe Anderson che vedeva Milinkovic-Savic che, favorito dai mancati movimenti di Veretout e Mancini, staccava bene e batteva Rui Patricio. Nove minuti dopo il raddoppio, con Pedro che inventava un ‘piattone’ su cui la Roma si faceva trovare impreparata, e ancora in protesta per la caduta di Zaniolo in area laziale pochi secondi prima. Al 41′ imperioso stacco di Ibanez su cui Reina nulla poteva e 2-1. Nella ripresa, al 18′, la Lazio tornava avanti di due lunghezze: Luis Alberto lanciava in profondità Immobile che saltava Mancini in velocità e, generosamente, serviva Felipe Anderson che non falliva. Il 3-2 che faceva sognare ai romanisti la rimonta arrivava al 23′ quando Guida puniva un contatto in area tra Akpa Akpro e Zaniolo: proteste biancocelesti ma il controllo al Var conermava la decisione dell’arbitro: Veretout trasformava il tiro dal dischetto. Per il resto, l’assalto finale dei giallorossi non riusciva a cambiare il risultato e la Roma deve ora probabilmente rinunciare ai sogni di gloria: il podio del campionato sembra sempre più lontano, anche se la stagione è ancora lunga.