DOMANI ALLE ORE 14.30 I FUNERALI DI ALESSANDRA SAMBUCI
I funerali si svolgeranno presso la Basilica della Quercia alle ore 14.30 di domani. Per l’occasione pubblichiamo un ricorso del nostro direttore.
“Un’altra perdita enorme, che addolora per l’amicizia che mi legava a lei e soprattutto a Livio, con cui abbiamo trascorso più di un paio di decenni a strettissimo contatto. Anche Alessandra ci ha lasciati. Livio mi informava settimanalmente sulle condizioni di salute, che peggioravano inesorabilmente. Lui era preparato al drammatico evento, se mai ci si può considerare preparati per dolori di questo genere, che squarciano la vita della famiglia di chi rimane. Quando si scompare ad una età così giovane si rimane inebetiti, ci si chiede perché, quel perché a cui nessuno sa mai dare una risposta.
Eravamo insieme, quando Livio conobbe Alessandra. Tanti anni fa. Io e lui facevamo parte del Movimento Sportivo Promozionale e a Soriano nel Cimino venne organizzata una manifestazione che aveva come ospite d’onore Nino Benvenuti, con cui passammo una bella giornata e una divertente cena. Alessandra era una delle ragazze, vestite di un completo arancione, che l’organizzazione aveva messo a disposizione per la riuscita dell’iniziativa. Fu un amore a prima vista: mai avevo visto Livio cambiare così in fretta il modo di fare e ciò che aveva detto spesso in precedenza. Nacque un rapporto praticamente simbiotico, con Alessandra che lo seguiva anche nell’attività sportiva. Vissi l’ansia di Livio quando lei doveva superare l’esame di ammissione ai corsi per insegnanti di sostegno, di cui io ero tra i responsabili. Chiaramente andò tutto bene e da lì iniziò la trafila nella Scuola, dove il suo grande dinamismo la portò ad essere la referente per tutto il Personale e punto di riferimento per le problematiche di quella branca dell’insegnamento. Qualche volta, all’inizio, non siamo andati d’accordo, ma poi abbiamo imparato a conoscerci meglio e la stima reciproca ci ha accompagnati fino all’ultima volta che l’ho vista, quando ancora non sapeva della malattia, quando il solito sorriso le si stampava sul viso. Poi soltanto notizie telefoniche e quel profilo WhatsApp caratterizzato dalla scritta ‘viva la vita!’ “