FIMBA. MARCO TIREL, IL SESSANTENNE DETERMINANTE
Un mese fa gli Europei di Maxibasket a Malaga, che hanno visto il basket italiano primeggiare a livello continentale in quasi tutte le categorie.
Abbiamo chiesto al capitano della squadra FIMBA ITALIA Over 60 Marco Tirel (classe 1962) come è riuscito ad essere un fattore determinante nelle 6 partite della sua squadra a Malaga.
Marco è un veterano del Maxibasket e da una quindicina di anni vince titoli e medaglie (9 solo quelle d’oro!) in giro per il mondo ai campionati Fimba. Prima sotto la guida del compianto Alberto Bucci, poi con Lino Lardo e a Malaga con coach Maurizio Benatti. All’inizio era un Over 45, ma gli anni passano e Tirel, con importanti trascorsi a Bologna (sponda Virtus), Cremona, Ferrara, Treviglio, dopo i due anni di pausa ha ripreso a giocare in Prima Divisione nella squadra del Fadigati di Cicognolo (Cr) insieme a suo figlio Niccolò di 33 anni!
Marco è un 2 metri “moderno”: iniziò la carriera nella natia Monfalcone col ruolo di pivot! Oggi gioca da 2, 3 o 4 indifferentemente. Ha un tiro da fuori tecnicamente perfetto, anche da 3, con percentuali incredibili, e non disdegna la penetrazione in area ed è pericoloso da sotto. E conserva il “gancio” che aveva a 20 anni.
“Marco, cosa hai fatto di sport durante i quasi 2 anni di lockdown?”
“Ho giocato a tennis e padel tutte le volte che ho avuto la possibilità di farlo, anche perché oltre al running non c’era molto altro a disposizione. Inoltre tennis e padel mi aiutavano a tenere allenato anche il livello di agonismo che la corsa singola invece non fa. Qualche volta mi sono allenato in casa con esercizi con gli elastici e sedute di plank”.
“Come è stata la ripresa dell’attività agonistica?”
“Sono sempre stato convinto che un giorno avrei dovuto appendere le scarpe al chiodo ma avrebbe dovuto essere una mia scelta non che la dovessi fare per colpa di un maledetto virus. Quando mio figlio Niccolò mi ha chiesto ad ottobre 2021 se volessi ricominciare a giocare con la sua squadra in Prima Divisione penso di aver fatto passare mezzo secondo prima di accettare! Chiaramente il tutto doveva avvenire gradualmente, si trattava di rimettere in moto il fisico (a 60 anni) dopo due anni di inattività cestistica ma così non fu: la richiesta fu fatta la domenica il campionato iniziava il giovedì dopo, e quindi ebbi modo di fare ben UN allenamento prima dell’esordio… UNO.
“Che difficoltà hai incontrato alla ripresa?”
“All’inizio molte difficoltà posturali, più che altro per riabituarsi ad avere una mobilità “cestistica”, saltare a rimbalzo, scivolare in difesa, rieducare la mano, ecc… tutte cose che la tua testa ti dice che sei in grado di fare ma il tuo corpo invece in quel momento te lo sconsigliava vivamente. Ma poiché dicono che il basket è come andare in bicicletta, non si disimpara mai, pian piano il ritmo, il tiro sono tornati. Certo una cosa non è mai mancata e mi ha aiutato: la passione per questo sport, che è la cosa che ti fa indossare un paio di scarpe e una canotta e ti consente di divertirti anche in età over. Passione e divertimento sono fondamentali per un giocatore in età avanzata unita ad una giusta alimentazione e ad allenarsi sempre con il sorriso ma seriamente”.
“Che effetto fa giocare col figlio? Chi è più forte? E con compagni e avversari che hanno anche 30 o 40 anni meno di te?”
“Niccolò ed io giochiamo insieme da svariati anni, la prima volta è stata quando lui aveva 14 anni ora ne ha 33. Giocare insieme al proprio figlio è un esperienza che auguro a molti genitori. Certo ci sono stati momenti di scontro tecnico, soprattutto se le personalità sono forti, tutto aiuta a far crescere un rapporto, non solo tecnico. Gli screzi in campo? niente che davanti a una buona birra a fine partita non si possa appianare. Siamo due giocatori molto diversi ma una cosa è certa lui tira moooolto meglio di me!! Quandi giochi contro chi ha 30/40 anni meno di te non puoi certo metterti a fare a gara a chi corre o salta di più e allora che che fai valere la tua esperienza e la tecnica, 9 volte su 10 incontri giocatori che non hanni avuto buoni insegnanti di fondamentali e spesso hai vita facile.”
“Ci racconti un aneddoto curioso?”
“Spesso mi capita di giocare contro squadre che per scelta tattica mi fanno marcare faccia a faccia già da metà campo. Sinceramente é una cosa che mi lascia perplesso e m’infastidisce perché voglio divertirmi a giocare e non a fare a sportellate con dei ragazzini e se un coach pensa che marcare un 60enne cosi sia la chiave per vincere la partita è un po’ triste. Tempo fa durante una partita ho chiesto al mio avversario se si stesse divertendo la risposta è stata “no, per niente, ma il mio coach mi ha detto che devo seguirti anche se dovessi andare in bagno!” .