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INIZIATIVA DI PINO CAPUA PER SALVARE LO STADIO FLAMINIO DI ROMA …

Uno storico tifoso della Lazio, nonché aprofessionistapprezzato in ambito sanitario, nonché responsabile dell’Antidoping della FIGC, è il promotore di una iniziativa per cercare di salvare lo stadio Flaminio, che per la squadra bianco-celeste -oltre che per l’intero calcio della Capitale – è stato per lungo tempo una bellissima “casa”. Questo il testo inviato al sindaco di Roma e a tutte le maggiori personalità sportive: 

“Al Sindaco di Roma
                                                         Dott. R. Gualtieri

                                            E p.c.,    Al Ministro Infrastrutture e Trasporti
                                                         Sen. M. Salvini

                                                         Al Ministro per lo Sport e i Giovani
                                                         Dott. A. Abodi

                                                         Al Presidente CONI
                                                         Dott. G. Malagò

                                                         Al Presidente della Regione Lazio
                                                         Avv. F. Rocca


Roma, 08/01/2024


Egregio Signor Sindaco,
è trascorso poco più di un mese da quando a Parigi abbiamo mancato l’assegnazione dell’Expo 2030 a vantaggio di Riad.
È stata una brutta pagina per la Città di Roma, per i suoi quasi 2.800 anni di storia, per la sua cultura, per la sua arte, per le sue tradizioni e per la sua gente.
Ma Roma e i Romani non hanno nel loro DNA la rassegnazione, anzi!
Nel 2025 ci attende il Giubileo e nel 2033 il Giubileo Straordinario: due appuntamenti di livello planetario che faranno di Roma il centro del mondo.
Queste sono occasioni irripetibili e da non fallire, considerando che altri importantissimi eventi di natura sportiva avranno luogo nella nostra Città: nel 2024 gli Europei di Atletica Leggera e nel 2032 gli Europei di Calcio.
Roma ha l’obbligo di presentarsi a questi appuntamenti indossando un elegante abito da sera e non una tuta magari sporca e macchiata.
Nel 1960 la nostra Città ospitò le Olimpiadi e in quell’occasione furono costruiti il Villaggio Olimpico e lo Stadio Flaminio che andò a sostituire il vecchio Stadio Nazionale.
Oggi, a distanza di 60 anni, lo Stadio Flaminio versa in uno stato di totale abbandono e degrado: inutilizzato da più di 10 anni rappresenta in maniera perfetta l’immobilismo che da tempo è protagonista a Roma quando si parla di riqualificazione delle infrastrutture, in particolar modo quelle sportive.
Non va sottovalutato, anzi andrebbe evidenziato, il fatto che lo Stadio Flaminio si trova in un quadrante che avrebbe tutti i requisiti per poter diventare il polo sportivo e culturale della nostra Città.
L’elenco delle strutture presenti nell’area Flaminio-Villaggio Olimpico-Foro Italico è incredibile: dal Palazzetto dello Sport all’Auditorium Parco della Musica, dal complesso sportivo del Foro Italico al Maxxi, dal centro sportivo dell’Acqua Acetosa all’area delle ex caserme Guido Reni.
Poche città, al pari della nostra, possono vantare una concentrazione di infrastrutture sportive e culturali in un’area così circoscritta che, invece di essere uno dei biglietti da visita migliori che Roma possa offrire, mostra nel suo cuore il Flaminio, abbandonato da tutti e da tutto.
Nessuna città può vantare il privilegio che ha avuto Roma nel 1960 di aver ospitato le gare di ginnastica alle Terme di Caracalla e le competizioni di lotta presso la Basilica di Massenzio: un mix di storia, cultura e sport che non ha eguali nel mondo.
E la storia non si cancella ma si conserva e si tramanda.
Il prossimo anno ci sarà il Giubileo e il mondo ci guarderà.
Roma e i suoi cittadini affrontano quotidianamente difficoltà e disagi e sarebbe sciocco solo pensare che la soluzione del problema Stadio Flaminio sia la panacea di tutti i mali, ma è sicuramente un ottimo punto di partenza da cui iniziare.
Il tema del Flaminio è un problema di coscienza civile e tutti le parti coinvolte devono assumersi la piena responsabilità di individuare una soluzione in tempi più che rapidi.
Propongo di dar vita ad un vero tavolo tecnico operativo che non sia un semplice palcoscenico dove chiunque vi partecipi possa poi poter dire “Ci abbiamo provato!”, ma deve essere un momento di vero e reale confronto che coinvolga non solo la politica ma anche imprenditoria, mondo sportivo e cittadinanza attiva.
La restituzione di uno Stadio Flaminio agibile e funzionale alla Città di Roma è un traguardo che va assolutamente raggiunto al di là delle divisioni politiche ed ideologiche o delle appartenenze.
Quella dello Stadio Flaminio, in ultima analisi, può trasformarsi addirittura in un’occasione da sfruttare e da non mancare ed io, in qualità di uomo di sport, sono a disposizione.

Prof. Giuseppe Capua
Medico Specialista in Medicina e Traumatologia dello Sport
Presidente Commissione Antidoping FIGC”

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