LA PSICOLOGA STEFANIA CROCI SCRIVE ALLA MAMMA DI UN GIOVANE CALCIATORE …
“Mi sento di ricordarle che esistono dei Ruoli da rispettare e tutelare soprattutto da genitori nei confronti dei nostri figli; dentro il rettangolo di gioco c’è il direttore di gara che compie scelte, più o meno condivisibili, ma comunque legittime fino all’eventuale ricorso( se il ricorso non si prefigura, per scelte societarie, non può farci niente, non rientra nel suo ruolo far cambiare idea a nessuno); nella panchina c’è un Mister che compie anch’esso scelte che riguardano il suo compito, e fuori c’è lei, un’amorevole madre intenta a incoraggiare suo figlio e la sua squadra tutta.
Se in realtà fuori dal campo c’è una madre, si amorevole, ma intenta a contestare le scelte arbitrali, che non riesce ad elaborare lei in primis la sofferenza di suo figlio, una madre che soffre della stessa sofferenza del ragazzo anziché offrire, si un ascolto empatico, ma anche un contenimento e una buona elaborazione degli eventi in questione, allora per suo figlio la realtà diverrà molto più complicata da superare. Il suo ruolo, gentile signora, è quello di far sentire l’interesse e l’attenzione con la sua presenza; laddove il ragazzo subisca ingiustizie, arbitrali e/o societarie, le quali ingiustizie scaturiscano profonda tristezza e frustrazione, il suo ruolo sarebbe quello di ascoltarlo, consolarlo e incoraggiarlo offrendogli strumenti e strategie per affrontare meglio altri possibili eventi in grado di generare questi sentimenti.
Capisco la delusione e l’amarezza di madre, ma accetti il consiglio, lavori ed elabori questo sentimento così frustrante, in modo da poter essere un buon pilastro, anche emotivo, per suo figlio, un pilastro in grado di mettere la giusta distanza tra l’accaduto e la sua buona gestione.”