QUANDO I “DEI DEL BASKET” HANNO SMESSO DI GIOCARE INSIEME ALLA SERBIA …
… lo avevano fatto per tre quarti di seguito, permettendo a Jokic e compagni di indovinare tutto, di segnare da tre con la facilità in un cui un bambino infila il ditino nel barattolo della cioccolata. Qualcosa di impensabile, che è riuscito ad annichilire la superfavorista USA, che ha sbagliato tutto, andando sotto anche di diciassette punti. Sembrava impossibile immaginare uno scenario diverso da quello diverso di una clamorosa eliminazione americana. Avramovic, Micic, Bogdanovic e Dobric giocavano con le ali ai piedi e con i canestri realizzati che si inanellavano rapidamente di fronte ai più quotati avversari, molti dei quali non sono riusciti ad entrare proprio in partita.
Poi l’ultimo quarto e gli “Dei”, evidentemente, avevano altro da fare e i Serbi sono tornai “umani” di fronte agli Stati Uniti, che si è aggrappato attorno agli uomini più esperti, a Durant (che non ne aveva azzeccata una fino a quel momento), a Curry (che pure aveva tenuto a galla, in qualche modo, i Suoi con le bombe) e a Lebron, il quale ha fatto gesti tecnici e atletici difficilmente eguagliabili.
Tutto è cambiato e il divario è rapidamente calato, fino al sorpasso – di Curry – nel finale e a un errore serbo costato sei punti in 2 secondi che sono determinanti per rovesciare le sorti (95-91) della gara, con gli Usa che si giocheranno la medaglia d’oro domani sera alle 21.30 contro la Francia in una ipotizzabile bolgia parigina.