ALDO SOLFANELLI, UN PEZZO DI STORIA DI QUEL CALCIO COSI’ BELLO
E’ stato uno dei giocatori che hanno caratterizzato i tempi belli della gioventù, sia da appassionati di calcio che da giornalisti alle prese con una realtà nuova, che nessuno avrebbe potuto immaginare potesse durare fino a questo momento. Aldo Solfanelli, insieme a Pino Scicolone, esercitavano una grande attrattiva, per quella potenza che riusciva a scaturire, per quel tiro forte, sia con i piedi che con i colpi di testa.
Lo vedevamo in partita e in allenamento e rimanevamo impressionati come quei colpi di testa impattassero con i guantoni del portiere – direttamente in fondo alla rete – facendo quel rumore così rilevanti, proprio come se fosse stato calciato con il piede, a tutta forza. Raggiunge Scicolone nella nuova dimensione e ricompone nell’aldilà un tandem che fu tra i più forti di sempre con la casacca gialloblù. In molti sono convinti, ad esempio, che se fossero stati confermati quei due attaccanti nella Viterbese della Serie C, l’anno dopo la promozione, la squadra giallobù non sarebbe retrocessa.
Dava l’impressione di essere un burbero – forse per quei grandi baffi che adornavano il suo volto ovale – ma in realtà era molto disponibile e allegro, fuori dal campo. Lo seguimmo in quella galoppata iniziando dalla trasferta sul campo della Romulea, con vittoria ottenuta grazie a u suo gol di testa.
Finimmo insieme quella galoppata nella giornata del trionfo, il giorno finale alla Palazzina con il 7-1 rifilato alla Tharros. Qualcuno non fu troppo d’accordo quando sul giornale free che diffondevamo allo stadio «Viterbo Sport, Solfanelli vinse la classifica rendimento gialloblù, in messo a tanti altri compagni di squadra considerati – a ragion veduta – molto forti, ma quel titolo particolare , a noi così caso, rimaniamo legati, così come legati rimaniamo legati al ricordo di Aldo, del solito roccioso Aldo che accettò volentieri di essere insieme a noi nel 2017 in occasione della presentazione – a Civitavecchia – del libro «Quando i calciatori avevano i baffi».
CDM